9. ISACCO E GALILEO e i mondiali di calcio

Vasily Kandinsky: “Several Circles” – 1926
Olio su tela 140х140 cm.
New York, The Solomon R. Guggenheim Museum

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La storia del giorno: giovedì 19 giugno.

Il papà di Marina quella sera voleva guardare la partita e allora, mentre ancora stavano rigovernando la cucina, decise di iniziare a raccontare una nuova avventura di Isacco e Galileo.

La storia incominciò.

Nonostante fossero in vacanza, la mamma di Galileo e Isacco era dovuta tornare a casa per un paio di giorni e, suo malgrado, aveva affidato i due gemelli alla zia Lori.

C’erano i mondiali di calcio e la loro compassata zia si era rivelata una tifosa sfegatata.

Quel pomeriggio richiamò i due nipoti che aveva accompagnato in spiaggia:
– Isacco e Galileo, fuori dall’acqua, dobbiamo tornare presto: questa sera andremo ad assistere alla partita in piazza-

Per una volta, i due gemelli approvarono in pieno il programma.

Ci pensi Galileo, potremo guardare le stelle, senza che nessuno ci spedisca a dormire!”

Quando arrivarono, però, si accorsero che, vicino alla spiaggia nel punto in cui avevano allestito lo schermo gigante, era stato innalzato un tendone che copriva il cielo. La loro delusione fu grande.

“Dobbiamo approfittare della confusione e scappare in riva al mare appena possibile”

La zia scelse per loro tre sedie laterali, in modo da essere raggiunti dalla brezza marina.
Finalmente la partita iniziò.
La zia scalpitava, dimenticando i suoi soliti atteggiamenti intransigenti.

Ora, presto: andiamocene uno alla volta. Prima tu Galileo.”
“Ecco, sono fuori, ma anche qui c’è un mucchio di gente”
“Non allontanarti, arrivo subito”

Proprio in quel momento una squadra segnò e anche Isacco raggiunse l’uscita.
La confusione regnava assoluta.

Non ti vedo, Galileo, dove sei?”
“Vicino al rivenditore di gelati”
“Finalmente ti ho individuato, non muoverti!”

Appena i due bambini si ritrovarono, si presero per mano un po’ spaventati dalla confusione.

– Dove andiamo adesso?-

Chiusero gli occhi contemporaneamente e, quando li riaprirono, si accorsero che la calca attorno era completamente svanita e davanti a loro c’era un bambino.

– Chi siete e come siete arrivati sul mio terrazzo?- domandò

– Io sono Isacco e lui è Galileo-

– Perché sei qui fuori completamente solo?-

– Sono tutti in casa a seguire la partita e io mi annoio tanto! Siete venuti a tenermi compagnia?
Sapete, stavo proprio desiderando che arrivasse qualcuno a giocare con me ed ecco che siete sbucati voi dal nulla!-

– Allora sei tu che ci hai chiamato!- esclamò Isacco

– Come fai ad annoiarti? -continuò Galileo- guarda…è bellissimo!-

Davanti a loro le stelle si riflettevano nel mare rilucente di mille cerchi che si incrociavano e si lasciavano, in una danza continua.
I tre bambini restarono incantati indicando uno all’altro ogni cambiamento, scoprendo insieme colori e movimenti nel blu.

– Adesso, però, noi dobbiamo tornare dalla zia Lori-

– Ci vedremo ancora?-

– Domani pomeriggio saremo in spiaggia-

Presto, se la zia non ci trova, saranno guai seri!”
“Dammi la mano e chiudi gli occhi”

– Ciao, a domani!-

– A domani! – rispose il bambino, ma i gemellini erano già svaniti.

Isacco e Galileo si guardarono intorno.

Ecco la zia!”
“Per fortuna la partita non è ancora terminata!”

Uno alla volta, Isacco e Galileo raggiunsero i loro posti, proprio mentre l’ arbitro fischiava la fine dell’incontro.

Immagine tratta dal sito:
http://www.pisatoday.it/eventi/wassily-kandinsky-palazzo-blu-pisa.html

4. DIANA E TADDY

Wassily Kandinsky: Studio per case sulla collina -1909

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La storia del giorno: giovedì 5 maggio.

Il papà di Luigino stava lavorando e aveva chiesto di non fare troppo rumore perché aveva bisogno di concentrarsi. La mamma, allora, decise di raccontare al bambino una nuova avventura di Diana.

La storia cominciò.

Diana aveva lasciato passare un bel po’ di notti prima di avventurarsi ancora nella sua grotta, anche se incominciava a sentirsi più sicura nel mondo dei sogni.

Abbandonato il suo acchiappasogni sul comodino, si addormentò e dopo poco stava camminando nel solito bosco. Senza esitare, entrò e si diresse verso le stalattiti.

Improvvisamente dall’ombra uscì un grosso orso dalle fauci spalancate.
Diana urlò con tutto il fiato che aveva in gola e toccò la colonna a lei più vicina.

Si guardò intorno ancora stordita. Per un attimo aveva sperato di ritrovarsi nel suo letto, ma era nella sua città, che, anche questa volta, le appariva diversa.

Sentì alle sue spalle un rumore e si voltò di scatto, temendo di essere stata seguita dall’orso.
Era un bambino che non conosceva.

– Vieni con me – le disse.

Ancora stordita, Diana lo seguì per una via che le era completamente estranea e anche le case erano più basse di come avrebbero dovuto essere.

– Entra – Il bambino le indicò una porta e scomparve.

Voglio svegliarmi” pensò Diana e aprì l’uscio.

Era ancora nella grotta.
Una parete di vetro la separava dall’orso.

Desiderò un fucile, ma quando improvvisamente se ne trovò uno in mano, non seppe che farsene e l’arma svanì.

Si girò per uscire, si incamminò per la strada, ma, dopo pochi passi, era ancora davanti alla stessa porta.
Si fece coraggio: l’orso era lì.

Allora si ricordò di essere in un sogno dove tutto era possibile: pensò : “ È solo un piccolo cucciolo spaventato”

Chiuse gli occhi e, quando li riaprì, davanti a lei c’era un orsetto arruffato.
Varcò la parete di vetro.

– Hai fame? – gli chiese e nelle sue mani comparve una ciotola ricolma di miele.

Dopo averlo saziato, l’accarezzò a lungo.

– Mi ricordi Taddy, il peluche con cui giocavo da piccola-

Ora Diana non aveva più paura e si diresse verso la colonna dell’uscita, la sfiorò e fu di nuovo nel suo letto.

Il mattino dopo, la sua mamma, quando andò a svegliarla, la trovò abbracciata a un piccolo orso di peluche.

Immagine tratta dal sito: http://www.visiteguidatemilano.com/visita-guidata-alla-mostra-vassily-kandinsky/

8. GALILEO E ISACCO al mare

VASSILY KANDINSKY
Bleu de ciel (Azzurro cielo) 1940
Olio su tela, cm 100 x 73
Donazione Nina Kandinsky, 1976

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La storia del giorno: venerdì 30 maggio.

La mamma di Marina era andata a teatro e, ancora una volta, quando fu ora di dormire, senza nemmeno farsi pregare, il suo papà, dopo averle rimboccato le coperte, si mise a raccontare di Isacco e Galileo.

La storia cominciò.

Era una bella mattina di sole, Isacco e Galileo erano finalmente in vacanza e la mamma li aveva accompagnati in spiaggia.

I due gemellini, indossati i costumi, corsero fino in riva e, lentamente, iniziarono a inoltrarsi in acqua. Il mare si stendeva davanti a loro placido e blu come il cielo di notte.
Dopo poco stavano galleggiando vicini alla mamma.

– Galileo, è bellissimo: mi sento leggero leggero …
– …se allargo le braccia e chiudo gli occhi…
-…è come volare…

– Perché non proviamo a nuotare sott’acqua?
– Mamma possiamo?-
– Se state attenti a non allontanarvi e a dirigervi sempre verso riva …e, mi raccomando, tenete gli occhi aperti anche se bruciano!-

Dopo i primi tentativi infruttuosi, finalmente riuscirono a sfiorare il fondo sassoso.
L’acqua è più fredda qui sotto”
” Anche il cielo di notte è freddo”

Spalancarono gli occhi e in un attimo il sopra divenne sotto e il mare divenne cielo.
Il sole era pallido come una luna.

Guarda i sassi risplendono”
“A me sembrano stelle!”
“Stiamo volando! “
“Ma è notte”

” Il sotto è diventato sopra, il giorno è diventato notte, l’estate è diventata inverno, il mare è diventato cielo” I due bambini udirono distintamente la voce della maestra Paola nella loro testa…

Ecco perché ho tanto freddo”

“Immaginati di indossare qualcosa di caldo” intervenne ancora la voce della loro insegnante.

Galileo, io sono in tuta da sci e sto benissimo”
“Incomincia a nevicare!”
Candidi fiocchi scendevano accanto a loro, mentre i due bambini volavano nel cielo invernale, cercando di raggiungere le stelle.

“La mamma!” si ricordò ad un tratto Isacco
“Sarà preoccupatissima”

Immediatamente il loro mondo si capovolse ancora una volta e i due bambini si ritrovarono senza fiato a nuotare, spingendo con i piedi verso l’alto, per emergere.

Sbucarono proprio accanto alla mamma che, tranquilla, stava chiacchierando. Appena gli occhi dei due gemelli smisero di bruciare per la salsedine, si accorsero che la persona accanto alla mamma era la loro maestra Paola.

Service de la documentation photographique du MNAM ‐ Centre Pompidou, MNAM‐CCI
© Centre Pompidou, MNAM‐CCI / Service de la documentation photographique du MNAM / Dist. RMN‐ GP
Immagine tratta dal sito: http://www.kandinskymilano.it/gallery/

2. DIANA e la grotta

Paul Cézanne: Bosco con rocce 1895 ca.
Olio su tela cm 48,5 x 59,5
Kunsthaus di Zurigo.

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La storia del giorno: sabato 3 maggio.
Luigino doveva fare le inalazioni e proprio non voleva stare fermo tutto quel tempo, attaccato alla macchina dell’aerosol. Allora la mamma decise di raccontargli ancora di Diana.

La storia incominciò.

Quando Diana tornò dalla gita, trovò ad accoglierla la famiglia al completo. Dopo aver mangiato tutti insieme, la nonna la accompagnò nella sua cameretta e le disse:

– Hai corso un grosso rischio ieri, quando hai deciso di dormire senza acchiappasogni-
Diana arrossì: – Come l’hai saputo?-
– Tesoro, non ti ricordi che sono venuta a portarti via dal bosco?-
– Allora eri proprio tu?-
La nonna sorrise:- Questa notte mi fermerò qui io con te e non avrai bisogno del tuo talismano.-

Diana finalmente si addormentò e si trovò a vagare fra i soliti pioppi. Dopo pochi metri la nonna l’affiancò.

– Stammi vicina; vedi quelle rocce laggiù? Ci sei mai stata?-
La ragazzina scosse il capo.
– Quello è il tuo rifugio: qualsiasi cosa ti accada qui, se vuoi svegliarti, corri nella grotta e ti ritroverai nel tuo letto; vieni.-

Le rocce apparivano quasi blu all’ombra della foresta. Entrarono e rimasero abbagliate dalle stalattiti di cristallo che sostenevano la volta di pietra.

– Attenta- continuò la nonna- se tocchi la prima colonna ti sveglierai, mentre ognuna delle altre ti porterà in un sogno diverso.-

Diana si avvicinò a un pilastro e si vide rispecchiata in mille immagini.
– Dammi la mano e prova- le suggerì la nonna.

Sbucarono in una stanza completamente intagliata nel legno. Diana corse alla finestra e comprese che quella casa era costruita dentro a un enorme tronco di un albero.

– La riconosco – esclamò Diana – è proprio quella in cui immaginavo di giocare con Lucy!- e in quel momento la sua amica entrò nella stanza.
– Nonna è proprio Lucy?-
– Certo, l’hai appena chiamata nel tuo sogno-

Le due ragazze si misero ad esplorare tutto intorno e videro una scala per salire sulla torretta, in mezzo alle fronde della vecchia quercia.
Quando furono in cima, sopra di loro gli alberi si innalzavano a coprire il cielo.

– Nonna, più in alto deve essere bellissimo!-
– Allora vola!-
– Come faccio, senza polvere di fata, senza ombrello…-
-… e senza scopa!!! Puoi: sei in un sogno, basta desiderarlo!- la interruppe la nonna ridendo.

Le due ragazze si librarono fra le foglie, fino a raggiungere gli ultimi rami.

Improvvisamente Lucy scomparve: l’attimo prima era seduta accanto all’amica a contemplare una mamma scoiattolo allattare i suoi piccoli nel nido, subito dopo non c’era più.

– Nonna, che cosa ho fatto, non mi ha nemmeno salutato!-
– È ritornata nei suoi sogni!-
– Vieni: rientriamo anche noi. Adesso immaginati la tua grotta.-

In un battito di ciglia raggiunsero la stalattite da cui erano partite. Diana si diresse verso la colonna dell’uscita, la sfiorò e fu di nuovo nel suo letto.

Immagine tratta dal sito: http://web.tiscali.it/liocornus/galleria1.htm

6. GALILEO E ISACCO e la valigia

William Turner: La valorosa Temeraire – 1838-1839
Olio su tela 90,7 cm × 121,6 cm
National Gallery, Londra

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La storia del giorno: martedì 29 aprile

In quei giorni la mamma di Marina era impegnata a preparare la festa per il compleanno della zia, così il papà decise di tenere tranquilla la sua bimba raccontandole una nuova avventura di Isacco e Galileo.

La storia cominciò.

Una mattina la maestra Paola aprì il salone rosso, riservato alle recite e alle feste, per tenere una lezione insolita.

Quando i bambini entrarono, trovarono tante valigie aperte appoggiate sul pavimento e furono fatti sedere a copie in ognuna di esse, tranne Galileo e Isacco che si accomodarono accanto all’insegnante sulla moquette.

– Adesso tutti insieme compiremo un viaggio in un posto bellissimo.- esordì la signorina Paola.
– Dove vi piacerebbe andare?-

La spuntò Paolo e decisero che avrebbero visitato Londra.

– Allora cosa c’è da vedere a Londra?-

Ognuno diede il suo contributo e passarono due ore immaginandosi di giocare nei giardini di Kensington, solcare la serpentina su tante barchette, rincorrersi per la Torre di Londra, guardare il palazzo del parlamento specchiarsi nel Tamigi, ammirare la città dalla ruota panoramica London Eye…

“Secondo te, Isacco perché a noi non hanno dato la valigia?-
“Forse non ce ne erano abbastanza”
“Ne sei convinto?”
“No”

Quella sera , quando tornarono a casa, i due gemellini corsero in lavanderia a prendere il valigione bianco che la mamma aveva appena vuotato dopo le vacanze di Pasqua: lo aprirono e si accomodarono dentro, seduti uno di fronte all’altro a gambe incrociate.

– Dove vuoi andare? – domandò Isacco
– Sull’isola dei pirati!-

No, Galileo, attento, per voi é pericoloso!” I due bambini udirono distintamente la voce della maestra Paola nella loro testa…

…troppo tardi: ormai il desiderio era stato espresso e i gemellini si ritrovarono, ancora seduti sul fondo della valigia, ma all’ombra di una palma su una spiaggia.

– Guarda!- Davanti a loro una nave solcava il mare trainata da una barca più piccola, dirigendo si verso di loro.
– Vieni- ingiunse Galileo, mentre già correva sulla sabbia; Isacco, dopo avere nascosto la valigia dietro a un cespuglio, lo seguì.

Era il crepuscolo e i pirati si riversavano rumorosi per le vie del loro villaggio.
I due bambini si aggirarono a naso in su, curiosando in mezzo a colori, suoni e odori fortissimi e inconsueti. Isacco si infilò sotto a una tenda in cui erano esposte le mercanzie più strane e meravigliose.

“Guarda Galileo: uncini, bende…non toccare le spade…c’è anche un cannocchiale! “
Isacco lo prese in mano e, con emozione, se lo mise davanti a un’occhio, mentre il padrone di tutto quel ben di dio non lo perdeva di vista un attimo.

– Lo vuoi? – gli chiese
– Quanto chiedi?-
– Che cosa mi offri?-

Il bambino cercò frenetico nello zaino che si era portato appresso.
Incominciò ad estrarre una merendina, una matita, un pastello blu e uno giallo, un fazzoletto usato e in fine un paio di occhiali da sole.

Appoggiò tutto sul bancone e l’omaccione dai denti neri toccò e rigirò ogni oggetto. Si mostrò interessato quando Isacco scarabocchiò sul legno con quello strano bastoncino dalla punta colorata, ma non riuscì a nascondere la sua cupidigia dopo che il bambino gli ebbe fatto indossare gli occhiali.

La trattativa si concluse velocemente con reciproca soddisfazione e Isacco sgusciò via velocemente con il nuovo cannocchiale in cambio del contenuto del suo zaino.

Intanto il cielo si era oscurato, il volume delle risate e delle urla si era alzato e anche le donne negli abiti vistosi sembravano minacciose.

Sarà meglio tornare”
” e in fretta: guarda come ci osservano!!!”

Allungarono il passo, zigzagando fra la folla e, giunti in prossimità della spiaggia, si lanciarono in una corsa affannosa.
Velocemente, si infilarono tra i cespugli e si accucciarono nel valigione bianco, mentre udivano vicine le voci degli uomini che li avevano seguiti.

– Voglio tornare a casa!- ordinò Galileo chiudendo gli occhi…
e si ritrovarono in lavanderia.

Quella sera, quando fu ora di andare a dormire, i due gemelli scrutarono il cielo che apparve più vicino e ancor più meraviglioso grazie al cannocchiale dei pirati.

Immagine tratta da:  http://it.wikipedia.org/wiki/La_valorosa_T%C3%A9m%C3%A9raire

11. ROMEO E ARIA e Queen

Gustav Klimt: Viale nel parco dello Schloss Kammer – 1912
Olio su tela 110X110cm
Österreichische Galerie Belvedere – Vienna

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La storia del giorno: venerdì 25 aprile

Venerdì Giovanni era a casa da scuola e la mamma gli chiese di aiutarla a pulire i fagiolini. Mentre lavoravano in cucina, grata, la mamma si mise a raccontare:

La storia cominciò.

Lunedì a scuola Romeo tentò invano di scoprire quale classe frequentasse la bambina dai capelli lunghi: nessuno sembrava conoscerla.
Dopo giorni di inutili ricerche, i due fratelli conclusero che la ragazzina fosse alunna di un istituto privato, per cui decisero di lasciare ad Aria il compito di continuare le indagini.

Romeo accompagnò la sorellina fuori dal cancello della grossa villa e rimase all’angolo della strada a fare da “palo“, mentre Aria si avvicinava il più possibile per contattare la loro rana, tenuta prigioniera nel parco e per aiutarla a fuggire.

Dopo pochi minuti una grossa auto si fermò e, mentre la bambina dai capelli lunghi scendeva, udirono una voce di donna:

– Su, da brava, incomincia a fare i compiti con la Tata, io tornerò tra poco!-
– Voglio venire anch’io con te!-
– La prossima volta! Corri: ti ho aperto il cancello!-

I due fratelli ebbero appena il tempo di prendersi per mano e fingere di passeggiare, che furono investiti dalla bambina.

– Voi? Che cosa ci fate qui? – poi rivolta a Aria :- Ti avevo avvertita di non spiarmi-

Romeo si erse in tutta la sua statura per difendere la sorellina. Quindi cercò di sorridere.

– Ciao, non ti ho mai visto a scuola!-
– Infatti.-
– Mi chiamo Romeo-
– Uffa, che cos’è un vizio di famiglia? A casa vostra insegnano solo a dire il nome? …. My name is Romeo… The pen is on the table… Dai spostati: devo entrare!-

In quel momento, la Tata si affacciò in fondo al viale di ingresso:
– Queen, sei con degli amici?-

– Come ti chiami??- si lasciò scappare uno stupito Romeo.
– Queen-

Aria sussurrò al fratello :- Ma quello è un cognome!-

La ragazza dai capelli lunghi si voltò:
– Sei proprio ignorante! Q-U-E-E-N é inglese e vuol dire REGINA!!!-

La Tata intanto li aveva raggiunti:
– Non inviti i tuoi amici ad entrare?-

I due fratelli si scambiarono uno sguardo di intesa.
– Ci sono le ninfee? – domandò Aria allungando la manina verso la Tata, per farsi accompagnare.

– Bel parco! – Romeo spostava il peso da un piede all’altro, cercando di nascondere la sorella alla vista di Queen.
– Hai un cane?-
– No – e poi rivolgendosi alla Tata: – Devo studiare, loro adesso se ne vanno!-

La donna si avvicinò a Romeo con un sorriso di scusa, mentre Aria rimaneva accucciata vicino alle ninfee.
-Tornate ancora! – gli disse.
Aria,dopo pochi istanti, li raggiunse con un sorriso smagliante.
– Grazie Queen, le tue ninfee sono proprio belle!-

La ragazzina dai capelli lunghi si allontanò scuotendo il capo.

Appena furono a casa, Aria, raggiante, estrasse la rana dalla tasca e la liberò vicino alla fontana.
– Sta bene – rassicurò Romeo- Adesso è solo stanca.-

Immagine tratta dal sito: http://lottovolante.plnet.forumcommunity.net/?t=42793610

DIANA

Vincent Van Gogh: Bosco – 1887
Olio su tela – cm. 46 x 55,5
Amsterdam – Rijksmuseum

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La storia del giorno: mercoledì 23 aprile.

Mercoledì Luigino andò a fare una passeggiata con mamma e papà in montagna. Nonostante il sentiero fosse in salita, il bambino continuava a correre avanti e indietro. Alla fine, stanca di richiamarlo perché non si allontanasse, la mamma decise di trattenerlo con un racconto.

La storia cominciò.

Diana aveva le guance tonde tonde e un fermaglio azzurro fra i capelli.
Quando nacque, la nonna pose sul suo lettino un acchiappasogni e si raccomandò di non toglierlo mai.

Diana ogni notte faceva sogni meravigliosi, perché tutte le sere il suo papà controllava che il talismano della nonna vegliasse su di lei.
Era un acchiappasogni bellissimo con una goccia d’argento e un turchese ed era il primo oggetto a essere messo in valigia quando Diana partiva.

Un giorno, però, Diana andò in gita con la scuola e decise di essere diventata troppo matura per dormire ancora con l’acchiappasogni, così, per la prima volta, lo lasciò in fondo allo zaino.

Si addormentò e si trovò a vagare in un bosco: riconobbe le cortecce bianche degli alberi. Era già stata in quella foresta altre notti e si fermò a parlare con i pioppi: le femmine erano molto orgogliose delle loro chiome voluminose e non perdevano occasione per farsi ammirare:

– Ciao Diana, guarda come sono grandi e verdi le mie gemme!-

– Osserva bene, piuttosto: non ti sembra che le sue foglie si stiano diradando? Confrontale con le mie che brillano come piccoli soli!-

– C’è qualche nido nuovo?- tentò di cambiare argomento Diana

– Una famiglia di merli si é appena trasferita ai piani alti-
– E scoiattoli, un’intera colonia: corrono tutto il giorno, mi stanco solo a guardarli!-

Si udì un fruscio che a poco a poco salì di intensità, fino a quando la ragazzina percepì distintamente:
– Diana é diversa: non sembra anche a voi?-

I pioppi si piegarono verso di lei.
– Dov’è il tuo fermaglio azzurro?-

Diana si toccò i capelli e, quando alzò gli occhi, gli alberi le parvero meno amichevoli, quasi minacciosi.

Le fronde iniziarono ad agitarsi e la ragazzina per la prima volta si sentì in pericolo e desiderò svegliarsi.

Si alzò un vento gelido che incurvava le piante, impedendole ogni fuga.
Aveva freddo e si guardava intorno smarrita, mentre tutto diventava più buio.

Improvvisamente, vide una luce farsi strada fino a lei e riconobbe il viso della nonna.
– Afferra la mia mano – le disse – e chiudi gli occhi-

In quel momento Diana si svegliò ansante, ma al sicuro nel suo letto.
A piedi nudi raggiunse la sedia dove aveva appoggiato il suo zaino, recuperò il suo acchiappasogni e, stringendolo in mano, tornò finalmente a dormire serena.

Immagine tratta dal sito http://www.frammentiarte.it/dall’Impressionismo/

A chi interessa sapere di più sul significato degli acchiappasogni :
http://ildominatoredipoteri.wordpress.com/dossier-delle-informazioni/acchiappasogni/significato-parti-del-acchiappasogni/

10. ROMEO nel parco

Claude Monet: Sentiero del giardino di Giverny – 1902
Olio su tela – cm. 92 x 89
Vienna – Kunsthistorisches Museum

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La storia del giorno: lunedì 21 aprile

Lunedì era festa, così alla sera, toccò al papà accompagnare Giovanni a dormire.

La storia cominciò.

Romeo sentiva il suo cuore battere forte, mentre incontrava gli occhi di Aria che lo scrutavano.

– Dove sei stato?-
– Nel parco della gazza e una bambina ha cercato di prendermi…cioè di afferrare la rondine per la coda…-
– Era una ragazzina con i capelli lunghi?-
Romeo annuì.
– L’ho incontrata, sai? Un giorno in un negozio, ero con la mamma, mi ha parlato: ha accusato me e te di spiarla …-
– Come? Perché non me l’hai detto?-
Aria scosse il capo con un mezzo sorriso.

– Dovrò tornare per scoprire cosa nasconde…-
– Sei sicuro?-
Romeo fece un cenno col capo.
– Allora ti aiuterò, non devi più “fare il botto” senza avvisarmi, é troppo pericoloso. Che cosa sarebbe successo se tu fossi rimasto troppo tempo nella rondine?-
– Non lo so e non voglio scoprirlo, mi sono spaventato davvero.-

Domenica era una bella giornata di sole, i due fratelli si godevano il pomeriggio vicino alla fontana, quando una rana guizzò fuori dallo stagno. Aria la prese delicatamente in mano, parlandole per tranquillizzarla.

Allora Romeo si concentrò …sentì un gran botto e si trovò fra le dita della sua sorellina che lo portò verso la villa da esplorare. Poi lo fece passare fra le sbarre del cancello e tornò di corsa in giardino, pronta a intervenire se ci fossero stati problemi.

Tutto appariva incredibilmente “grande” agli occhi della rana e Romeo non riusciva ad orientarsi: era stato lì solo due volte e per di più in volo.
L’erba era troppo alta, saltellò fino alle aiuole fiorite e udì la bambina cantare.
Si immobilizzò sentendosi esposto, ma lei lo vide.

– Cosa ci fai qui?- si chinò, ma la rana ebbe un balzo, cercando di tornare fra i cespugli.

– Non scappare, non viene mai nessuno a giocare con me! C’era una gazza, ma se ne è andata…e poi stava sempre sul ramo a gracchiare, anche se le avevo regalato un mio bottone dorato!-

Romeo si fermò: infondo si era recato lì per investigare e quell’attimo di immobilità gli costò caro.

La ragazzina catturò la rana che invano cercò di sgusciarle dalle dita.
– Ti porto in un bel posto, non avere paura!- e la posò tra le ninfee.

In quel momento Aria decise che suo fratello era stato assente abbastanza, urtò la spalla del bambino e Romeo si ritrovò nel suo corpo.

– Come è andata? –
– Lei ha catturato la rana-
– E adesso?-
– Per il momento va bene così, penso che la bambina avrà cura del suo nuovo animaletto: desiderava qualcuno con cui giocare e poi il posto è bello!
Comunque la terremo d’occhio, non ti preoccupare! –

Immagine tratta da http://davidemauro.blogspot.it/2011/06/sentiero-nel-giardino-di-monet-giverny.html

9. DUE DENTI e la bolla arancio.

Joseph Mallord William Turner: Il mattino dopo il Diluvio, 1843
olio su tela, 78,7 x 78,7 cm
Londra, Tate Gallery

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La storia del giorno: venerdì 18 aprile

Venerdì Marina proprio non aveva fame, così, fra un cucchiaio e l’altro…

La storia incominciò

Due Denti si svegliò e decise di coinvolgere Rossa e Azzurra insieme in una nuova avventura, in modo che le due bimbe potessero conoscersi meglio.

Le andò a prendere e si posizionarono vicino all’orchestra. Due Denti trattenne Rossa per il polso, per impedirle di cacciarsi in una bolla a caso e attese che dalla batteria si formasse una bolla arancio.

Con un sonoro plop sbucarono in un campo fiorito. Azzurra irruppe in una risata cristallina e iniziò a correre. Al suo passaggio si sollevarono in volo miriadi di farfalle colorate.

– Attenta, non vedi che rompi tutti i petali dei fiori!- strillò Rossa

– Sono ali, guarda meglio!- intervenne Due Denti

Rossa serrò la bocca in una smorfia.

Si inoltrarono in mezzo alle margherite, ma a un tratto Rossa si diresse verso una distesa di tulipani altissimi, che si muovevano cadenzati dal suono della batteria.

– Torna indietro, è pericoloso!- ma la bimba, ancora contrariata, finse di non sentire.

Proprio in quel momento si udì un colpo di grancassa e il tulipano più vicino a lei si inclinò e con la sua corolla la inghiottì tutta quanta.

– Mettimi giù…..Come ti permetti… Ho detto….mollami immediatamente!!!-

Poi Azzurra e Due Denti non udirono più nulla.

– Fermati qui, andrò solo io –
Azzurra scosse il capo e seguì Due denti, inoltrandosi fra i fiori arancioni.
– Trattieni il fiato, come se nuotassi sott’acqua.-
Quando furono più vicini, aggiunse:
– Riconosci la corolla che l’ha presa?-

La bimba si diresse sicura verso un fiore che sussultava fuori tempo.
I due si misero a scrollare il gambo con forza, fino a quando riuscirono a inclinarlo al punto che Rossa rotolò ai loro piedi, in un groviglio di petali, da cui sbucò sorridendo e disse:

– Wuau, che esperienza!-

I suoi capelli erano diventati arancioni e aveva gli occhi rotondi come due mandarini.

– Ti avevo avvisato che era pericoloso- sbottò Due Denti
– Pericoloso? È stato fantastico! – lo interruppe con una risatina- Oh, Azzurra tu sei bellissima, davvero!-

Due Denti le prese per mano e le trascinò lontane dai tulipani. Rossa cercava di afferrare le farfalle al volo, in goffi tentativi e allora Azzurra ne catturò una dai colori sgargianti e gliela posò delicatamente fra le dita.

– Presto, dobbiamo risalire la collina e cercare di respirare più profondamente-

Rossa li seguiva, oscillando, mentre ridacchiava fra sé.

– Inspira forte!-

Quando arrivarono in cima, gli occhi di Rossa si erano diventati simili a due grandi ciliegie e i capelli conservavano solo qualche striscia arancio. Il suo sorriso, però, rimaneva.

I tre si sdraiarono a guardare il sole che stava per tramontare.

Quando la palla arancione sparì definitivamente, Due Denti prese le sue compagne per mano e le trascinò fuori dalla bolla-avventura.

Quindi spinse Azzurra nella sua bolla-nanna, poi fu il turno di Rossa, finalmente si impossessò della sua e crollarono a dormire.

Immagine tratta da Joseph Mallord William Turner, Luce e colore (teoria di Goethe.) http://elc.w3.calvino.ge.it/

5. ISACCO E GALILEO e le vacanze di Pasqua

“Il mare a Saint Palais” di Armande Guillaumin

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La storia del giorno: martedì 15 aprile

Le scuole erano chiuse, ma pioveva senza sosta. Marina si annoiava e allora il suo papà decise di raccontarle di Isacco e Galileo.

La storia cominciò

Per le vacanze di Pasqua, Isacco e Galileo andarono con i loro genitori a casa della nonna al mare, dove purtroppo erano invitati anche la zia Lori e lo zio Pio.
La zia Lori era la sorella di papà e sapeva tutto di ogni argomento, anche su come si dovevano educare i bambini, nonostante in casa sua non fosse mai entrato né un cagnolino e neppure un pesce rosso, né tanto meno un figlio.

– I tuoi gemelli vanno in giro con il naso per aria – diceva sempre zia Lori alla mamma- devi intervenire e insegnare loro un po’ di disciplina!-

Come ogni volta, appena arrivati, la zia si offrì di accompagnare i bambini al mare, mentre la mamma avrebbe disfatto i bagagli.

Giunti in spiaggia, la zia estrasse dalla borsa il lavoro a maglia e si mise a sferruzzare, obbligando Isacco e Galileo a sedersi accanto a lei, fermi e composti a “respirare l’aria buona”.

Galileo scelse un sasso piatto e stava per gettarlo in acqua per farlo rimbalzare, quando la zia, senza distogliere gli occhi dai suoi ferri, intervenne:

– Metti giù, potresti colpire qualcuno- anche se la spiaggia era deserta.

“Uffa che barba!”

Galileo si chinò per togliersi le calze e le scarpe.

– Che cosa stai facendo?- intervenne nuovamente la zia
– Vado a bagnarmi i piedi nel mare-
– Assolutamente no, troppo freddo!-

Allora i due bambini si misero a raccogliere i sassi rossi. Poi si sedettero e incominciarono a battere i ciottoli colorati fra due massi grigi per disintegrarli.

– Ragazzi, smettetela, fate troppo rumore, mi state assordando!!!-

Isacco, quasi quasi butto lei in acqua e poi guardo se rimbalza”
“É troppo pesante, non riusciresti mai a smuoverla!”
“Se fingo di cadere in mare, dici che verrebbe a tirarmi su?”

Galileo, non ci provare!” udirono distintamente entrambi la voce della maestra Paola.

I due gemelli si guardarono intorno, ma eccetto loro tre, la spiaggia era ancora deserta e la zia continuava a sferruzzare, senza nemmeno alzare la testa dal suo lavoro.

“Intanto fra poco pioverà e vi bagnerete lo stesso!” Continuò la voce della loro insegnante

“Isacco l’hai sentita anche tu?”

“Guarda Galileo, sta arrivando un nuvolone nero!”

Finalmente tranquilli, i due gemelli si misero a scrutare il cielo, mentre la zia Lori, ignara del temporale imminente, lavorava a maglia e sbuffava:

– Sempre col naso per aria, questi due!-

La pioggia giunse all’improvviso, tanto fitta che in attimo tutti e tre furono grondanti.

– Presto bambini, correte- ordinò la zia, con i capelli appiccicati alla faccia.

Arrivarono a casa completamente fradici e, mentre la mamma li accompagnava a cambiarsi, udirono la nonna sbottare verso la zia Lori:

– Come hai fatto a non accorgerti che il cielo si era fatto grigio? Tu sei sempre con il naso nel tuo lavoro a maglia!-

Per un istante, Isacco e Galileo colsero la mamma mentre arricciava le labbra e tentava di soffocare una risata

Immagine tratta da:” Dipingere la luce. A Palazzo Strozzi mostra sull’impressionismo ” (http://www.artsblog.it). “