2. PAOLO e LULÙ

Henrique Matisse: Les Tours de Collioure – 1905
Olio su tela: 800 x 650
The Heremitage, St. Petersburg, Russia


La storia del giorno: mercoledì 27

La storia continuò.

Paolo era un fagottino dolcissimo: succhiava dal suo biberon, poi si addormentava in braccio felice ma, se Gina o Gigi tentavano di metterlo nel suo lettino, prima buttava via le coperte, poi emetteva ultrasuoni sempre più forti, che si trasformavano in vere e proprie urla disperate.

I neo genitori comprarono un marsupio per tenere il piccolo sempre con loro.

– Ogni giorno peggiora – disse Gigi a Gina – diventa sempre più pesante e non possiamo passare tutto il nostro  tempo a cullarlo –

In quel momento suonò il campanello: era Lulù, l’amica di Gina perennemente triste.

– Ciao, come state? Io malissimo – proseguì senza lasciare loro il tempo di rispondere – Questa notte non ho dormito per nulla:  avevo caldo,  non c’era nemmeno un filo d’aria. Questa mattina sono andata in ufficio senza voce: il telefono continuava a squillare e dovevo sforzarmi di parlare… e nessuno, dico nessuno che rispondeva al mio posto… –

Nonostante la raucedine, Lulù sembrava un fiume in piena, ma improvvisamente vide Paolo e si interruppe.

– Ma è un neonato quello che tieni in braccio, Gina?- e il mal di gola non le impedì di proseguire: – Dove l’hai trovato? L’hai portato dal dottore? magari ha i vermi! –

– Lulù: è un bambino, non un cane. Si chiama Paolo – le rispose gentilmente Gina – Vieni, ti garantisco che non ha i vermi – e le mise tra le braccia Paolo che si aggrappò alla camicia di Lulù come un cucciolo di koala.

Avvenne un piccolo miracolo: Lulù tacque di colpo, sospirò, strinse il bimbo a sé e sorrise.

Gigi e Gina non avevano mai visto Lulù perdere la sua espressione triste con la bocca eternamente rivolta all’ingiù: i suoi occhi ora splendevano mentre una dolce ninna nanna si formava dalle sue labbra.

Rimase con Paolo fino a quando venne buio.

– Posso tornare? – domandò mentre usciva.

– Certo, quando vuoi – risposero in coro Gigi e Gina ancora meravigliati dell’insolito umore di Lulù.

 

Il giorno dopo, terminato il lavoro, Lulù tornò e con lei c’era la sua collega Cate, sempre ansiosa e agitata che, muovendo le mani come farfalle impazzite, si avvicinò a Gina che teneva Paolo nel marsupio chiedendo: – E’ questo il bambino? –

Paolo le catturò le dita con le sue manine cicciottelle e la donna sospirò, mentre Gina si affrettava a trasferirle il pupo tra le braccia.

Anche questa volta, avvenne la trasformazione: le labbra di Cate si curvarono all’insù e un’insolita calma entrò in lei, portandole serenità e gioia.

Il giorno dopo, il campanello di Gigi e Gina iniziò a suonare già di mattina: tutti volevano provare almeno per pochi minuti la sensazione di tenere Paolo fra le braccia e dimenticare ogni problema in un bagno di serenità.

La voce si sparse per il paese e Gigi e Gina non ebbero più alcuna difficoltà a soddisfare la voglia di coccole del loro Paolo.

 

Immagine tratta dal sito: https://en.wikipedia.org/wiki/Henri_Matisse

 

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1. PAOLO

Paul Signac: View of Collioure – 1887
Olio su tela
Olanda

La storia del giorno: martedì 26 luglio

La storia cominciò.

Paolo fu trovato in una noce di cocco.

Era un martedì di primavera e la spiaggia era semideserta.

Gigi e Gina, come ogni mattina prima di recarsi al lavoro, erano andati a correre sulla battigia.

Improvvisamente Gigi urtò qualcosa.

– Ahi, che male! – esclamò mentre si afferrava il piede nudo, saltellando sull’altra gamba.

Gina si chinò a guardare nella sabbia, pensando di trovare la solita lattina abbandonata in modo sconsiderato.

– Incredibile: sembra proprio una noce di cocco – disse mentre disseppelliva l’oggetto spuntato in superficie.

– Come sarà arrivata fin qui? –

– Portiamola a casa, così almeno avrò qualcosa in cambio del dito gonfio! –

Il frutto fu appoggiato sul tavolo della cucina, mentre Gigi pensava a come fare per aprirlo.

– Guarda – indicò Gina – qui c’è una crepa: nello scontro non ha riportato danni solo il tuo piede – aggiunse sorridendo.

Cauto, Gigi fece pressione sulla fessura e di colpo il cocco si spaccò, mentre un vagito disperato investiva le orecchie di entrambi.

Incredibilmente, annidato dentro il frutto, stava un piccolo bambino urlante.

– Ma dove prende tutta questa voce? – si domandarono i due adulti, mentre Gigi con la sua grossa mano estraeva il bimbo che, furibondo, non voleva uscire e si artigliava con i piccoli pugni al suo nido.

Poi, con delicatezza, avvolsero il tenero fagottino in uno strofinaccio per tenerlo al caldo, senza che il pianto si interrompesse nemmeno un istante per fare riprendere fiato.

Gina prese il piccolo fra le braccia e, appena se lo strinse addosso, tornò il silenzio, spezzato solo dal respiro cadenzato del neonato che si era addormentato con un sospiro.

Gina si sentì invadere da serenità e da gioia.

Lo chiamarono Paolo e diventò il loro bambino.

…continua…

Immagine tratta dal sito: http://www.angelfire.com/mo3/metrofrancais/students/jackie.html