FRANGIA

Joan Mirò 

 

La storia del giorno: lunedì 23 marzo.

La storia cominciò.

C’era una volta una bambina che si chiamava Frangia e viveva con la nonna Anna e una micia un po’ spelacchiata di nome Cocca.

La nonna lavorava tutto il giorno al telaio, tranne un sabato al mese, quando, insieme a Frangia, si recava al mercato ad esporre e a vendere i tessuti confezionati.

– Nonna, mi fai provare? – domandava la bambina ogni volta che la nonna terminava un lavoro.

La risposta era sempre: – Hai ancora le mani troppo piccole!-

La nonna cantava e tesseva.

Era il sabato del mercato e Frangia entrò in cucina.

– Cocca ha dormito con te? – le domandò la nonna.

– No, è da ieri sera che non la vedo.-

– Sono preoccupata: non è tornata questa notte.- La nonna sospirò. – Oggi, allora, dovrò andare al mercato da sola: tu rimarrai a casa ad aspettare Cocca!-

– Nonna, per favore! – supplicò Frangia – lo sai quanto mi piace aiutarti; se non verrò oggi, mi toccherà aspettare un mese! –

– Rimarrò fuori tutto il giorno e fra poco, quando Cocca tornerà sarà sicuramente affamata –

La nonna le scoccò un bacio sulla guancia umida.

– Siediti – proseguì – ti intreccerò i capelli: non posso lasciarti sola, immersa in cupi pensieri. Intreccerò nei tuoi capelli la tristezza, così il tempo trascorrerà più lieve.-

La nonna era uscita da poco, quando Frangia udì dei rumori sommessi giungere dalla soffitta. Piano piano la bambina si avventurò per la vecchia scala di legno e vide due puntini i luminosi nel buio.

– Cocca, brutta briccona, scendi subito! – intimò la bambina. Gli occhi scomparvero all’interno dello stanzone. Frangia accese la lampadina che pendeva da una trave e colse la gatta mentre si rifugiava dietro a un baule.

– Ti ho presa! – affermò esultante la bambina e in quel momento si accorse che Cocca aveva sollevato il telo che proteggeva – chissà da quanto – un telaio in miniatura.

– Che bello – esclamò entusiasta – Guarda: è proprio come quello della nonna, solo più piccolo; che ne dici, Cocca, non ti sembra proprio adatto alle mie mani? – e in uno slancio scoccò un bacio sul muso della micia.

Faticosamente, trasportò il piccolo telaio giù dalle scale e lo posizionò sul tavolo, accanto a quello della nonna. Poi prese del filo e, armata di spoletta, iniziò a copiare i movimenti che aveva osservato tanto a lungo.

Era concentratissima, ma quando la stanza divenne più buia, alzò lo sguardo verso la finestra e vide le prime gocce sottili scendere dal cielo.

Non deve piovere! ” pensò e si mise a tessere con più attenzione, desiderando di poter influenzare il tempo. Prese una matassa di un giallo brillante per disegnare un sole e cominciò a cantare mentre tesseva.

Cantava, tesseva e immaginava.

Dopo un po’ la luce si fece più intensa: Frangia tornò a guardare dalla finestra e la pioggia era cessata.Alla sera, quando ritornò la nonna, trovò la bambina ancora intenta a tessere: vide l’oro nel suo tessuto e comprese.

Cocca le osservò sorniona, acciambellata su una vecchia sciarpa fra i due telai.

Immagine tratta dal sito: http://www.alessandrianews.it/cultura-spettacolo/a-genova-due-grandi-mostre-palazzo-ducale-27089.html

 

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