4. Lo scivolo delle nuvole.

Fotografia di Giovanna Beltrame

La storia del giorno: lunedì 20 aprile.

Gocciolino e Gocciolotto non avevano dimenticato i due bambini che li avevano salvati e, appena potevano, si mettevano a sbirciare giù dalla loro nuvola, cercando la finestra di Paolo e Stefano.

– Guarda, poverini, sono sempre chiusi in casa! – diceva Gocciolino.

– Ma no, hanno tanti giochi, si divertono – lo consolava Gocciolotto.

Gocciolino, però, diventava sempre più triste. 

 La signora Nuvoletta iniziò a preoccuparsi per lui e decise di convocare una riunione di famiglia. Arrivarono tutti quanti: nonni, genitori, zii, fratelli e sorelle, cugini e cugine.

– Bisogna trovare un modo per far tornare sulla terra Gocciolino dai due piccoli umani che lo hanno salvato: ormai passa il suo tempo a spiare che cosa stiano facendo.

In effetti è tutto molto strano nelle loro città: le strade sono vuote e, nonostante il sole splenda, anche i parchi sono vuoti.-

– Sì – intervenne Gocciolino – sono molto, molto in pensiero. Avranno bisogno di noi, ne sono sicuro! – proseguì – Li vedo spesso alla finestra a guardare in su verso il cielo. –

– Potremmo allestire uno spettacolo solo per loro – propose Goccioletta, la sorella che studiava “Storia del Teatro delle Nuvole”.

– Meglio, potremmo formare i loro ritratti in cielo – la interruppe Gocciomastro, il cugino che studiava “Scultura”.

I nuvolari si misero a parlare tutti insieme; la nuvola iniziò a ribollire: le gocce di vapore acqueo ruotavano, si innalzavano e scendevano. In poco tempo regnò la confusione.

      – Bisogna catturare un raggio di sole. – disse la nonna Grangoccia e tutti si zittirono – Io so come fare – continuò – Poi, uno alla volta, ci prenderemo per mano e scivoleremo fino alla finestra dei due bambini. –

     – Nonna, allora tu conosci il segreto dell’Arcobaleno! Sei una maga?-

Grangoccia scoppiò in una sonora risata: – No, non sono una maga: il mio segreto passerà alla tua mamma, come a me è stato insegnato dalla mia. –

Iniziarono i preparativi. Gocciolino, che stava di vedetta, finalmente annunciò:- Eccoli, i due bambini si sono affacciati alla finestra! –

– Presto, adunata, prendiamoci tutti per mano –

– Sto davanti io – affermò spavaldo Gocciolino – così ci riconosceranno! –

Grangoccia catturò un raggio di sole e, uno alla volta, tutti i nuvolari iniziarono a scivolare, in un turbinio di colore verso la finestra di Paolo e Stefano.

– Guarda Stefano, l’arcobaleno –

– No, Paolo, non può essere: non piove da giorni…. Eppure sì, hai ragione …-

– Sembra un grande scivolo –

– Forza, Paolo, apri la finestra, sta venendo proprio da noi. –

La stanza si riempì di una nebbia in cui vorticavano riflessi di luce. Davanti agli occhi stupiti dei due bambini, si formò una palla di nuvola che rimbalzò verso di loro. Stefano fu lesto ad afferrarla e la lanciò a Paolo che rise quando la vide trasformarsi nelle sue mani in un elicottero.

– Adesso volerà via! – si preoccupò Stefano.

Quando le pale si fermarono, la nuvola divenne un camion dei pompieri che si mise a scorrazzare per la stanza, mentre i bambini simulavano il suono della sirena.

– Stefano, ora è diventata una moto della polizia, Brrrrrummmm…-

La moto incominciò a crescere e presto ci fu spazio perché i due bambini montassero In sella, uno davanti all’altro, ondeggiando in equilibrio.

Le loro urla entusiaste furono, però, udite dalla mamma.

– Paolo, Stefano, che cosa sta succedendo? –

In un attimo Grangoccia richiamò il raggio di sole, i nuvolari si presero per mano e, quando la mamma entrò nella stanza, vide solo un bellissimo arcobaleno che dalla finestra saliva verso il cielo.

Restarono tutti e tre incantati a guardare, mentre nel profondo azzurro si formava una nuova nuvola.

Sotto i loro occhi, la nuvola parve sdoppiarsi. La mamma rimase senza fiato: lassù, sotto la direzione di Gocciomastro, tante piccole gocce di vapore acqueo avevano formato i ritratti di Paolo e Stefano.

Fotografia di Giovanna Beltrame
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3. Gocciolino, Gocciolotto, Paolo e Stefano.

Fotografia di Giovanna Beltrame

La storia del giorno: 11 aprile

Gocciolino e i suoi amici stavano cercando di prendere la forma di una paperella, sotto l’occhio attento di Gocciolotto:

– Su con quel becco, non siete mica un’aquila! –

-Bravi, ora va bene …ma tu Candido, scendi di lì, il codino deve essere corto, siete in troppi: raggiungi Bianchina sull’ala! –

Si stavano divertendo tantissimo, quando si udì risuonare un forte fischio:

– Attenti: vento in arrivo! –

Gocciolotto afferrò Gocciolino e tutti i nuvolini si affrettarono a raggiungere le loro famiglie.

– Presto, presto – li richiamò la mamma di Gocciolino – venite qui: stringiamoci forte; manca qualcuno? –

Le famiglie dei nuvolari erano molto, molto numerose, ma all’appello erano presenti tutti quanti: nonni, genitori, zii, fratelli e sorelle, cugini e cugine.

Il vento iniziò a soffiare sempre più potente e la formazione soffice e tonda cominciò ad allungarsi, mentre veniva trasportata nel cielo.

– Che bello! Stiamo andando velocissimi! – urlò Gocciolino.

– Nube grigia in vista! – Un cugino nuvolotto che era di vedetta diede l’allarme- Pronti alla virata! –

Tutta la famiglia tentò di ricompattarsi e deviare per non incrociare la nuvola grigia. Si presero per mano stretti stretti, ma il nembo più scuro si avvicinò ancor più veloce, cercando lo scontro.

Gocciolino, come sempre in cerca di avventure, si sganciò dalla mamma e dai suoi fratelli, sporgendosi per toccare i nuvolotti scuri che ormai li stavano sfiorando.

Cadde e, mentre cadeva, si sentiva trasformare in pioggia.

Dietro di lui, pronto, Gocciolotto si lanciò in salvataggio e insieme precipitarono verso la terra.

Paolo e Stefano erano alla finestra, chiusi in casa ad osservare il cielo sempre più grigio.

– Guarda Paolo, come si spostano veloci le nubi –

Stanno per scontrarsi! Ecco…no: quella bianca è riuscita a deviare.-

– Ma… si è staccato qualcosa! –

– Inizia a piovere. –

I due fratellini erano con il naso appiccicati al vetro.

Gocciolino e Gocciolotto agganciati continuavano a scendere.

– Gocciolino, vedi anche tu quei due bambini alla finestra? – disse il nuvolotto al fratellino – Dirigiamoci lì –

– Stefano, non ti sembrano strane quelle due gocce di pioggia attaccate ? –

– Stanno arrivando proprio da noi –

– Presto, prendi un bicchiere, Paolo; io apro la finestra. –

I bambini depositarono il bicchiere sul davanzale e …splash Gocciolino e Gocciolotto ancora avvinghiati atterrarono nel recipiente.

Il vento fuori smise di fischiare e il sole fece capolino fra le nubi.

Paolo e Stefano videro un raggio colpire il bicchiere e le due gocce di pioggia trasformarsi davanti ai loro occhi. Lentamentedivennero trasparenti, catturando i colori dell’arcobaleno e piano piano iniziarono a sollevarsi, leggere leggere.

– Gocciolino, arrampicati sul raggio di sole, torniamo a casa! – mentre parlava, Gocciolotto si voltò a guardare i due bimbi che li avevano salvati, catturò un bagliore di luce e mandò loro un bacio.

– Paolo, guarda, stanno volando via! –

– Certo – rispose Paolo – stanno tornando dalla loro mamma che li accoglierà con tanti bacini –

1. GOCCIOLINO

Rene Magritte: La malediction -1963 c.a.

Olio su tela, cm.

Bruxelles :  Magritte Museum.

 

La storia del giorno venerdì 12 aprile

La storia cominciò.

Gocciolino viveva in una nuvola, anzi no, la famiglia di Gocciolino era parte di una nuvola: Gocciolino era una goccia di vapore acqueo.

Gocciolino era il fratello più piccolo e, non appena fu in grado di staccarsi dalla nuvola – madre, fu portato all’asilo.

L’asilo nido era collocato in un angolo tranquillo ai margini della nube.

Il primo giorno la maestra lo prese per mano:

– Vieni – gli disse – unisciti a noi a formare un trenino-

Gocciolino guardò i suoi compagni nuvolini, in fila indiana alle spalle della maestra e rispose:

– Più che un trenino, mi sembra un serpente –

– Ma che bravo sei! Conosci già tante forme! –

– Mio fratello Gocciolotto va a scuola e spesso mi fa vedere le figure che studia-

– Oggi  noi proveremo proprio a fare la coda di un serpente- li esortò la maestra -Tenetevi tutti per mano vicini vicini..ma aspettate! – aggiunse – Prima dovete mettervi in fila: il più alto subito dopo di me e via via i più piccoli, fino a Gocciolino che sarà l’ultimo.

Tutti i nuvolini si strinsero uno dietro l’altro, mentre la maestra rimaneva agganciata alla grossa nuvola- asilo.

Giù, sulla terra, un bambino alla finestra stava guardando il cielo e, puntando il dito proprio verso la nube di Gocciolino, disse:

– Guarda, mamma, non ti sembra di vedere un lungo serpente? –

 

Immagine tratta dal sito:

http://antoinisme.blogg.org/rene-magritte-la-malediction-1960-a116843752