2. PAOLO E STEFANO continua

Fotografia di Giovanna Beltrame

La storia del giorno: lunedì 30 marzo

Era ancora un triste pomeriggio: chiusi in casa Paolo e Stefano avevano voglia di uscire, ma mamma e papà stavano lavorando.

– Giochiamo a indovinare gli animali – propose Paolo.

– Abbiamo già giocato ieri – rispose Stefano, scuotendo il capo.

– Ma a me è piaciuto essere un topolino! –

— Miao! Sono un gatto – disse allora Stefano, ma non successe nulla.

– Un gatto è troppo grosso, non mi piace – intervenne Paolo.

– Paolo e Stefano, dovete lavarvi le mani, sapete che è importante! – li raggiunse la voce della mamma.

Insieme i due bambini corsero in bagno, Paolo mise il tappo al lavandino, fece scendere un po’ d’acqua e disse:

– Cra cra! –

Stefano strabuzzò gli occhi: sotto il suo sguardo Paolo si era trasformato in una bellissima rana verde; Stefano cercò di afferrarla, ma il piccolo anfibio scivolò via, peggio di una saponetta. In un tuffo finì nel lavandino.

– Paolo, Paolo, ma tu non sai nuotare: non hai i braccioli, affogherai, ti bagnerai gli occhi – si affannò il fratello…

…la rana fece un salto e si posò sul bordo e poi…ciufff…ancora in acqua.

– Cra cra! – e balzò sulla mano di Stefano.

Finalmente Stefano si decise: – Cra cra! – ed ecco che anche lui si trasformò in una rana.

Insieme si buttarono nel lavandino, sguazzando felici.

Saltarono sul porta sapone, poi ancora giù, quindi si avventurano nella bacinella, dove giacevano abbandonate le loro barchette.

La rana Paolo salì sul motoscafo, la rana Stefano sul galeone dei pirati e si lasciarono trasportare dal gioco.

– Ancora in bagno? – li raggiunse la voce della mamma – Adesso vengo a preparare la vasca. –

– Un attimo solo – rispose Paolo e, non appena pronunciò la prima parola, si ritrasformò in un bambino.

– Siamo quasi pronti – disse Stefano ritornando a sua volta bambino.

Quando furono nella vasca, la mamma si accorse che, per la prima volta, Stefano non le chiedeva di asciugargli la faccia,ogni volta che uno spruzzo lo raggiungeva agli occhi.

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1.PAOLO E STEFANO

Fotografia di Giovanna Beltrame


Dedicata a tutti i bambini costretti a restare in casa.

La storia del giorno: sabato 28 marzo.

Era un triste pomeriggio: chiusi in casa Paolo e Stefano avevano voglia di uscire, ma mamma e papà stavano lavorando.

– Giochiamo a indovinare gli animali – propose Paolo.-

– Tuuu tuuu – iniziò Stefano.

Paolo inclinò il capo: – Tuu tuu? …Sei una colomba?-

Stefano si mise a ridere, scuotendo la testa: – Tuuu Tuuuu!-

– Un piccione! –

Stefano continuò a ridere: – Tuuuu Tuuuu!!!-

– Una civetta! –

Stefano scosse il capo.

– Un gufo? –

– Nooo: sono un TRENO –

– Così non vale! Il treno non è un animale! –

Stefano continuò a ridere : – Tuuuu Tuuuu!!!–

– Allora tocca a me – lo interruppe Paolo: – Squit, squit –

Stefano smise di ridere e lo guardò.

– Squit, squit – disse ancora Paolo.

Stefano strabuzzò gli occhi: sotto il suo sguardo Paolo si trasformò in un bellissimo topolino bianco.

Stefano non si spaventò, non chiamò la mamma o il papà, non si mise a urlare, non scappò via: Stefano corse accanto a Paolo e disse:

– Squit, squit- e immediatamente anche lui si trasformò in un bellissimo topolino arancio.

I due fratelli si guardarono e, senza pronunciare alcun verso, si compresero al volo e incominciarono a esplorare quei meravigliosi angoli della loro stanza giochi che prima non erano mai riusciti a raggiungere a causa delle loro dimensioni.(perché erano troppo grossi)

Si tuffarono dapprima sotto il divano e trovarono la portiera della macchinina blu, scomparsa da tempo.

Si tuffarono nella libreria e annusarono il profumo dei volumi di fiabe.

Si tuffarono nel cesto dei giochi, nascondendosi dietro a un orsetto peloso

Si tuffarono dentro le pantofole della mamma e scoprirono che per loro erano diventate un comodo lettino; corsero per tutta la camera, curiosando in ogni luogo: avevano trovato il parco giochi più meraviglioso fra tutti quelli mai visitati.

Quando furono stanchi, topino Paolo andrò a sdraiarsi nella ciabatta sinistra, topino Stefano in quella destra e si addormentarono felici

.- Paolo, Stefano, è ora della merenda.|-

I due sorcetti si svegliarono all’improvviso udendo la voce della mamma.

– Arrivo – rispose Paolo e, non appena pronunciò la prima parola, si ritrasformò in un bambino.-

– Anch’io – disse Stefano ritrasformandosi in bambino e insieme corsero dalla mamma.

Quel triste pomeriggio si era rivelato di sicuro molto, molto divertente.

3. DUE DENTI E ROSSA continua

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La storia del giorno: sabato 1 marzo

DUE DENTI si avvicinò alla bimba dai capelli di fiamma.
Sopra di loro il coperchio trasparente chiudeva lontano ogni cosa e ogni rumore.
– Perché piangi?-
– E’ una lunga storia –

La storia cominciò

– Vivevo fuori dal vulcano spento, nei cespugli di rose che crescevano tutto intorno. Un giorno trovai la galleria e sbucai sotto la montagna.
Fui subito immersa da una luce abbagliante e rumorosa. Palle di fuoco incendiavano l’aria, scoppiettavano e svolazzavano per il cratere, urtando contro la volta trasparente.
Erano bellissime, ma tristi, perché non riuscivano a uscire. Mi indicarono un bottone rosso…- a questo punto interruppe il racconto, scossa da nuovi singhiozzi.

DUE DENTI la guardò coi suoi occhi tondi e le sorrise.
La bimba dai capelli di fiamma tirò un gran sospiro e riprese, mentre un’ultima lacrima cadeva sfrigolando:

– …mi indicarono un bottone rosso proprio qui sul pavimento e – asciugandosi il naso, continuò – lo schiacciai.
La cupola si aprì, il bottone scomparve inghiottito dalla roccia, le palle si catapultarono fuori e la cupola ritornò al suo posto.
Adesso le palle infuocate non possono più rientrare, svolazzano incendiando ogni cosa e, tutte le volte che cercano di tornare dentro, urtano l’esterno del coperchio e rimbalzano sempre più forte.-

Ricominciò a piangere sonoramente.
DUE DENTI le disse: – ROSSA, bisogna ritrovare il bottone .-
Si succhiò rapidamente il pollice e, improvvisamente consapevole di un silenzio tanto irreale in un mondo nato dalle note di un’orchestra, chiese:
– Dov’è una chitarra?-
La bimba si tolse il fermaglio nascosto fra i suoi capelli e glielo porse: era una piccola chitarra color rubino.
DUE DENTI ci soffiò sopra e, nel silenzio ovattato del cratere, si diffusero le note di un assolo rock.

Immediatamente, proprio sotto di loro, riapparve il bottone rosso.
Non appena lo schiacciarono, la cupola si apri. DUE DENTI continuò a soffiare sul fermaglio e la musica divenne sempre più forte e le palle arrivarono svolazzando. A questo punto ROSSA iniziò a gridare loro ordini:
-Tu, più a destra, …tu scendi…gira, …-
fino a quando tutte le stupide palle furono nuovamente dentro al cratere.
Allora toccò DUE DENTI che smise di suonare. La cupola si richiuse e i due bambini strisciarono velocemente, uscendo dal tunnel.

DUE DENTI prese ROSSA per mano e la trascinò con sé fuori dalla bolla-avventura, cercò una bolla-nanna e la spinse dentro, poi si impossessò della bolla-nanna vicina e finalmente crollarono a dormire.

Fu così che ROSSA entrò a far parte degli SDENTATI.