18. DUE DENTI ritorna nella bolla argento.

William Turner – Nave in fiamme – 1828-1830 – Acquerello

La storia del giorno: mercoledì 30 marzo.

La storia cominciò.

Con un sonoro plop Due Denti entrò nella bolla argento: nel centro si stagliava ancora l’albero argentato, ma sui suoi rami le campanelle si erano trasformate in campanacci dal suono cupo.

Immediatamente, si mise a cercare Grigia e trovò la botola – sotto la quale viveva rinchiuso il “terribile mostro”, incontrato da Rossa e da Oro – già aperta. Dopo aver recuperato la chiave rubata rimasta nella serratura, coraggiosamente iniziò a scendere nella grotta.

Tutto era buio e sapeva di terra: di Grigia non si vedeva traccia. Si udiva solo il respiro del mostro addormentato.

Due Denti trattenne il fiato per non farsi scoprire e in quell’istante scorse una piccola ombra scivolare cauta sempre più in profondità, guidata dal fiuto.

Il mostro per fortuna continuava a dormire.

Prima che il bambino potesse intervenire, Grigia, giunta in fondo alla grotta, iniziò a strusciarsi sulla figura scura addormentata e…

…si udì una risata felice, il suono cupo dei campanacci si trasformò in uno scampanellio festante e una luce argentea li inondò.

La piccolina ora sorrideva e, sparita l’oscurità, il mostro si era rivelato essere un bambino minuscolo proprio uguale a lei.

– Ma siete gemelli! – esclamò Due Denti – E siete argento! –

– Due Denti, ci sei? – la voce era senza dubbio quella di Rossa – Resisti, siamo venuti a salvarti! –

Un ciuffo di capelli fiammeggianti sbucò dalla botola:

– Per tutte le bolle, dove è il mostro? Chi sono questi gemelli? Perché la ladruncola adesso brilla? –

– Calmati Rossa! Però anch’io vorrei sapere…-

Dietro a Rossa, comparvero in fila tutti gli Sdentati, capitanati da Senape.

– Per tutte le bolle, che cosa ci fate voi qui? Non ti avevo richiusa nella tua bolla nanna? –

– Ma gli altri erano rimasti fuori – si affrettò a chiarire la bimba – Si sono svegliati e mi sono venuti a prendere, così li ho portati a salvarti! –

Oro puntò il ditino verso il bimbo Argento: – Dove è finita la zampaccia enorme con cui hai cercato di prendermi? –

– Aspetta – intervenne Due Denti – vorrei ascoltare la storia dei gemelli dall’inizio. –

Immagine tratta dal sito: William Turner – Nave in fiamme – 1828-1830 – Acquerello – Redazione della rivista Paragone – Collezioni – opere d’arte, quadri, dipinti, sculture, collezioni pubbliche e private a Bologna – GENUS BONONIAE

2. PAOLO e LULÙ

Henrique Matisse: Les Tours de Collioure – 1905
Olio su tela: 800 x 650
The Heremitage, St. Petersburg, Russia


La storia del giorno: mercoledì 27

La storia continuò.

Paolo era un fagottino dolcissimo: succhiava dal suo biberon, poi si addormentava in braccio felice ma, se Gina o Gigi tentavano di metterlo nel suo lettino, prima buttava via le coperte, poi emetteva ultrasuoni sempre più forti, che si trasformavano in vere e proprie urla disperate.

I neo genitori comprarono un marsupio per tenere il piccolo sempre con loro.

– Ogni giorno peggiora – disse Gigi a Gina – diventa sempre più pesante e non possiamo passare tutto il nostro  tempo a cullarlo –

In quel momento suonò il campanello: era Lulù, l’amica di Gina perennemente triste.

– Ciao, come state? Io malissimo – proseguì senza lasciare loro il tempo di rispondere – Questa notte non ho dormito per nulla:  avevo caldo,  non c’era nemmeno un filo d’aria. Questa mattina sono andata in ufficio senza voce: il telefono continuava a squillare e dovevo sforzarmi di parlare… e nessuno, dico nessuno che rispondeva al mio posto… –

Nonostante la raucedine, Lulù sembrava un fiume in piena, ma improvvisamente vide Paolo e si interruppe.

– Ma è un neonato quello che tieni in braccio, Gina?- e il mal di gola non le impedì di proseguire: – Dove l’hai trovato? L’hai portato dal dottore? magari ha i vermi! –

– Lulù: è un bambino, non un cane. Si chiama Paolo – le rispose gentilmente Gina – Vieni, ti garantisco che non ha i vermi – e le mise tra le braccia Paolo che si aggrappò alla camicia di Lulù come un cucciolo di koala.

Avvenne un piccolo miracolo: Lulù tacque di colpo, sospirò, strinse il bimbo a sé e sorrise.

Gigi e Gina non avevano mai visto Lulù perdere la sua espressione triste con la bocca eternamente rivolta all’ingiù: i suoi occhi ora splendevano mentre una dolce ninna nanna si formava dalle sue labbra.

Rimase con Paolo fino a quando venne buio.

– Posso tornare? – domandò mentre usciva.

– Certo, quando vuoi – risposero in coro Gigi e Gina ancora meravigliati dell’insolito umore di Lulù.

 

Il giorno dopo, terminato il lavoro, Lulù tornò e con lei c’era la sua collega Cate, sempre ansiosa e agitata che, muovendo le mani come farfalle impazzite, si avvicinò a Gina che teneva Paolo nel marsupio chiedendo: – E’ questo il bambino? –

Paolo le catturò le dita con le sue manine cicciottelle e la donna sospirò, mentre Gina si affrettava a trasferirle il pupo tra le braccia.

Anche questa volta, avvenne la trasformazione: le labbra di Cate si curvarono all’insù e un’insolita calma entrò in lei, portandole serenità e gioia.

Il giorno dopo, il campanello di Gigi e Gina iniziò a suonare già di mattina: tutti volevano provare almeno per pochi minuti la sensazione di tenere Paolo fra le braccia e dimenticare ogni problema in un bagno di serenità.

La voce si sparse per il paese e Gigi e Gina non ebbero più alcuna difficoltà a soddisfare la voglia di coccole del loro Paolo.

 

Immagine tratta dal sito: https://en.wikipedia.org/wiki/Henri_Matisse

 

3. DUE DENTI E ROSSA continua

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La storia del giorno: sabato 1 marzo

DUE DENTI si avvicinò alla bimba dai capelli di fiamma.
Sopra di loro il coperchio trasparente chiudeva lontano ogni cosa e ogni rumore.
– Perché piangi?-
– E’ una lunga storia –

La storia cominciò

– Vivevo fuori dal vulcano spento, nei cespugli di rose che crescevano tutto intorno. Un giorno trovai la galleria e sbucai sotto la montagna.
Fui subito immersa da una luce abbagliante e rumorosa. Palle di fuoco incendiavano l’aria, scoppiettavano e svolazzavano per il cratere, urtando contro la volta trasparente.
Erano bellissime, ma tristi, perché non riuscivano a uscire. Mi indicarono un bottone rosso…- a questo punto interruppe il racconto, scossa da nuovi singhiozzi.

DUE DENTI la guardò coi suoi occhi tondi e le sorrise.
La bimba dai capelli di fiamma tirò un gran sospiro e riprese, mentre un’ultima lacrima cadeva sfrigolando:

– …mi indicarono un bottone rosso proprio qui sul pavimento e – asciugandosi il naso, continuò – lo schiacciai.
La cupola si aprì, il bottone scomparve inghiottito dalla roccia, le palle si catapultarono fuori e la cupola ritornò al suo posto.
Adesso le palle infuocate non possono più rientrare, svolazzano incendiando ogni cosa e, tutte le volte che cercano di tornare dentro, urtano l’esterno del coperchio e rimbalzano sempre più forte.-

Ricominciò a piangere sonoramente.
DUE DENTI le disse: – ROSSA, bisogna ritrovare il bottone .-
Si succhiò rapidamente il pollice e, improvvisamente consapevole di un silenzio tanto irreale in un mondo nato dalle note di un’orchestra, chiese:
– Dov’è una chitarra?-
La bimba si tolse il fermaglio nascosto fra i suoi capelli e glielo porse: era una piccola chitarra color rubino.
DUE DENTI ci soffiò sopra e, nel silenzio ovattato del cratere, si diffusero le note di un assolo rock.

Immediatamente, proprio sotto di loro, riapparve il bottone rosso.
Non appena lo schiacciarono, la cupola si apri. DUE DENTI continuò a soffiare sul fermaglio e la musica divenne sempre più forte e le palle arrivarono svolazzando. A questo punto ROSSA iniziò a gridare loro ordini:
-Tu, più a destra, …tu scendi…gira, …-
fino a quando tutte le stupide palle furono nuovamente dentro al cratere.
Allora toccò DUE DENTI che smise di suonare. La cupola si richiuse e i due bambini strisciarono velocemente, uscendo dal tunnel.

DUE DENTI prese ROSSA per mano e la trascinò con sé fuori dalla bolla-avventura, cercò una bolla-nanna e la spinse dentro, poi si impossessò della bolla-nanna vicina e finalmente crollarono a dormire.

Fu così che ROSSA entrò a far parte degli SDENTATI.