9. DUE DENTI e la bolla arancio.

Joseph Mallord William Turner: Il mattino dopo il Diluvio, 1843
olio su tela, 78,7 x 78,7 cm
Londra, Tate Gallery

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La storia del giorno: venerdì 18 aprile

Venerdì Marina proprio non aveva fame, così, fra un cucchiaio e l’altro…

La storia incominciò

Due Denti si svegliò e decise di coinvolgere Rossa e Azzurra insieme in una nuova avventura, in modo che le due bimbe potessero conoscersi meglio.

Le andò a prendere e si posizionarono vicino all’orchestra. Due Denti trattenne Rossa per il polso, per impedirle di cacciarsi in una bolla a caso e attese che dalla batteria si formasse una bolla arancio.

Con un sonoro plop sbucarono in un campo fiorito. Azzurra irruppe in una risata cristallina e iniziò a correre. Al suo passaggio si sollevarono in volo miriadi di farfalle colorate.

– Attenta, non vedi che rompi tutti i petali dei fiori!- strillò Rossa

– Sono ali, guarda meglio!- intervenne Due Denti

Rossa serrò la bocca in una smorfia.

Si inoltrarono in mezzo alle margherite, ma a un tratto Rossa si diresse verso una distesa di tulipani altissimi, che si muovevano cadenzati dal suono della batteria.

– Torna indietro, è pericoloso!- ma la bimba, ancora contrariata, finse di non sentire.

Proprio in quel momento si udì un colpo di grancassa e il tulipano più vicino a lei si inclinò e con la sua corolla la inghiottì tutta quanta.

– Mettimi giù…..Come ti permetti… Ho detto….mollami immediatamente!!!-

Poi Azzurra e Due Denti non udirono più nulla.

– Fermati qui, andrò solo io –
Azzurra scosse il capo e seguì Due denti, inoltrandosi fra i fiori arancioni.
– Trattieni il fiato, come se nuotassi sott’acqua.-
Quando furono più vicini, aggiunse:
– Riconosci la corolla che l’ha presa?-

La bimba si diresse sicura verso un fiore che sussultava fuori tempo.
I due si misero a scrollare il gambo con forza, fino a quando riuscirono a inclinarlo al punto che Rossa rotolò ai loro piedi, in un groviglio di petali, da cui sbucò sorridendo e disse:

– Wuau, che esperienza!-

I suoi capelli erano diventati arancioni e aveva gli occhi rotondi come due mandarini.

– Ti avevo avvisato che era pericoloso- sbottò Due Denti
– Pericoloso? È stato fantastico! – lo interruppe con una risatina- Oh, Azzurra tu sei bellissima, davvero!-

Due Denti le prese per mano e le trascinò lontane dai tulipani. Rossa cercava di afferrare le farfalle al volo, in goffi tentativi e allora Azzurra ne catturò una dai colori sgargianti e gliela posò delicatamente fra le dita.

– Presto, dobbiamo risalire la collina e cercare di respirare più profondamente-

Rossa li seguiva, oscillando, mentre ridacchiava fra sé.

– Inspira forte!-

Quando arrivarono in cima, gli occhi di Rossa si erano diventati simili a due grandi ciliegie e i capelli conservavano solo qualche striscia arancio. Il suo sorriso, però, rimaneva.

I tre si sdraiarono a guardare il sole che stava per tramontare.

Quando la palla arancione sparì definitivamente, Due Denti prese le sue compagne per mano e le trascinò fuori dalla bolla-avventura.

Quindi spinse Azzurra nella sua bolla-nanna, poi fu il turno di Rossa, finalmente si impossessò della sua e crollarono a dormire.

Immagine tratta da Joseph Mallord William Turner, Luce e colore (teoria di Goethe.) http://elc.w3.calvino.ge.it/

5. ISACCO E GALILEO e le vacanze di Pasqua

“Il mare a Saint Palais” di Armande Guillaumin

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La storia del giorno: martedì 15 aprile

Le scuole erano chiuse, ma pioveva senza sosta. Marina si annoiava e allora il suo papà decise di raccontarle di Isacco e Galileo.

La storia cominciò

Per le vacanze di Pasqua, Isacco e Galileo andarono con i loro genitori a casa della nonna al mare, dove purtroppo erano invitati anche la zia Lori e lo zio Pio.
La zia Lori era la sorella di papà e sapeva tutto di ogni argomento, anche su come si dovevano educare i bambini, nonostante in casa sua non fosse mai entrato né un cagnolino e neppure un pesce rosso, né tanto meno un figlio.

– I tuoi gemelli vanno in giro con il naso per aria – diceva sempre zia Lori alla mamma- devi intervenire e insegnare loro un po’ di disciplina!-

Come ogni volta, appena arrivati, la zia si offrì di accompagnare i bambini al mare, mentre la mamma avrebbe disfatto i bagagli.

Giunti in spiaggia, la zia estrasse dalla borsa il lavoro a maglia e si mise a sferruzzare, obbligando Isacco e Galileo a sedersi accanto a lei, fermi e composti a “respirare l’aria buona”.

Galileo scelse un sasso piatto e stava per gettarlo in acqua per farlo rimbalzare, quando la zia, senza distogliere gli occhi dai suoi ferri, intervenne:

– Metti giù, potresti colpire qualcuno- anche se la spiaggia era deserta.

“Uffa che barba!”

Galileo si chinò per togliersi le calze e le scarpe.

– Che cosa stai facendo?- intervenne nuovamente la zia
– Vado a bagnarmi i piedi nel mare-
– Assolutamente no, troppo freddo!-

Allora i due bambini si misero a raccogliere i sassi rossi. Poi si sedettero e incominciarono a battere i ciottoli colorati fra due massi grigi per disintegrarli.

– Ragazzi, smettetela, fate troppo rumore, mi state assordando!!!-

Isacco, quasi quasi butto lei in acqua e poi guardo se rimbalza”
“É troppo pesante, non riusciresti mai a smuoverla!”
“Se fingo di cadere in mare, dici che verrebbe a tirarmi su?”

Galileo, non ci provare!” udirono distintamente entrambi la voce della maestra Paola.

I due gemelli si guardarono intorno, ma eccetto loro tre, la spiaggia era ancora deserta e la zia continuava a sferruzzare, senza nemmeno alzare la testa dal suo lavoro.

“Intanto fra poco pioverà e vi bagnerete lo stesso!” Continuò la voce della loro insegnante

“Isacco l’hai sentita anche tu?”

“Guarda Galileo, sta arrivando un nuvolone nero!”

Finalmente tranquilli, i due gemelli si misero a scrutare il cielo, mentre la zia Lori, ignara del temporale imminente, lavorava a maglia e sbuffava:

– Sempre col naso per aria, questi due!-

La pioggia giunse all’improvviso, tanto fitta che in attimo tutti e tre furono grondanti.

– Presto bambini, correte- ordinò la zia, con i capelli appiccicati alla faccia.

Arrivarono a casa completamente fradici e, mentre la mamma li accompagnava a cambiarsi, udirono la nonna sbottare verso la zia Lori:

– Come hai fatto a non accorgerti che il cielo si era fatto grigio? Tu sei sempre con il naso nel tuo lavoro a maglia!-

Per un istante, Isacco e Galileo colsero la mamma mentre arricciava le labbra e tentava di soffocare una risata

Immagine tratta da:” Dipingere la luce. A Palazzo Strozzi mostra sull’impressionismo ” (http://www.artsblog.it). “

9. ROMEO E ARIA e la bambina dai capelli lunghi

La storia del giorno: sabato 12 aprile

ARIA e la bambina dai capelli lunghi

La storia di sabato
Giovanni si era lamentato perché l’ultima avventura di Romeo era stata troppo breve e così il papà sabato, mentre lavava l’auto, si mise a raccontare…

La storia cominciò

Ogni volta che passavano davanti alla villa con il parco, Romeo e Aria non resistevano alla tentazione di dare una sbirciatina, per controllare il nido della gazza.

Ben presto si accorsero che in quella casa viveva una bambina; non la incontravano mai, ma c’erano chiare tracce della sua presenza: una bambola abbandonata sull’altalena, una casetta con le seggioline, una bicicletta…

Un giorno Aria era andata a fare le commissioni con la mamma, quando si accorse di essere osservata da una ragazzina dai capelli lunghi.

– Tu e tuo fratello mi spiate- le disse, senza nemmeno salutarla.

– Io mi chiamo Aria e tu?-

– Non mi hai sentita? Non voglio sapere il tuo nome, devi smettere di guardare me e la mia casa!!!-

Per fortuna, la mamma aveva appena pagato la spesa, così Aria le allungò la manina e insieme uscirono dal negozio.

Non raccontò a Romeo dell’incontro, ma ben presto suo fratello si accorse che Aria gli faceva compiere dei lunghi giri per non passare più davanti alla villa con il parco.

– Hai incontrato la gazza?- le domandò un pomeriggio- È stata scortese con te?-

Aria si limitò a scuotere il capo, così Romeo pensò di investigare per conto suo.

La storia del giorno: domenica 13 aprile

ROMEO e la bambina dai capelli lunghi

La storia continuò

Romeo stava facendo i compiti, quando vide una rondine volare proprio vicino alla sua finestra, allora si concentrò …sentì un gran botto e si trovò appollaiato su un ramo.

Dopo il primo attimo di vertigini, si librò nel cielo, rasentando gli alberi e liberò la sua gioia in un garrito.

Poi si diresse verso il parco della villa, fino a raggiungere il nido della gazza. Lo trovò vuoto e abbandonato: era sparita anche tutta la refurtiva accumulata dalla sua proprietaria.

In quel momento udì una bambina cantare.
La rondine scese in picchiata per poterla vedere: la ragazzina aveva i capelli lunghi e cercò di afferrarla per la coda.

– Vieni qui, fermati con me! – ordinò

Romeo, guardingo, si avvicinò alle mani protese: la bimba fece un mezzo sorriso :- Su, lasciati prendere!-

Il cuore della rondine batteva forte e Romeo non sapeva come ritornare nel suo corpo. Lottò per non farsi dominare dal panico.

Poi, si alzò in volo, sfiorando con le ali i lunghi capelli della ragazzina in una carezza, ma lei si mise a supplicare: – Resta con me, per favore!- poi più forte :- Non andare!
Alla fine strillò:- Ti ordino di tornare indietro!-, ma ormai la rondine aveva raggiunto la casa di Romeo.

Romeo dalla finestra vedeva se stesso ancora seduto alla scrivania della sua cameretta.
Decise di cercare Aria. La individuò in giardino e si mise a garrire freneticamente.

Senza perdere tempo, sua sorella corse alla scrivania e toccò la spalla del bambino chino sui compiti.

Romeo si ritrovò nel suo corpo, mentre la rondine, ancora stordita, tornò a volare, alta nel cielo.

4. GALILEO E ISACCO E LA MAESTRA

La Notte Stellata di Vincent Van Gogh

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La storia del giorno: venerdì 4 aprile

Finalmente era venerdì e Marina attendeva con ansia che la mamma andasse a teatro per potere passare la serata con papà. Quando fu ora di dormire, senza nemmeno farsi pregare, il suo papà, dopo averle rimboccato le coperte, si mise ancora una volta a raccontare di Isacco e Galileo.

La storia cominciò

Isacco e Galileo si sentivano molto soddisfatti per essere riusciti ad appendere le stelle e non vedevano l’ora che scendesse nuovamente la sera per potere ammirare il loro operato. Così, appena la mamma li mandò a dormire, corsero nella loro cameretta e si misero alla finestra per guardare il cielo che stava imbrunendo.

A poco a poco iniziarono a brillare mille lucine e, mentre i due gemellini stavano cercando di riconoscere le “loro” stelle, videro che da un punto della volta celeste, inesorabilmente, ad uno ad uno, gli astri luminosi si staccavano e cadevano, lasciando dietro di sé una scia, che, dopo alcuni istanti, scompariva.

Compresero immediatamente che a svanire erano proprio le stelle che avevano attaccato loro, la notte precedente e rimasero impotenti a guardare fino a quando scomparve anche l’ultima.

Sconsolati, andarono a letto.

Il giorno dopo, la maestra Paola riprese il libro di “MARY POPPINS” e ne lesse un nuovo capitolo.

“É bella questa storia, ma quella della SIGNORA CORRY era meravigliosa” pensò Isacco
Speravo proprio che continuasse, spiegando se poi erano cadute anche le loro stelle”
” Invece racconta una nuova avventura”
concluse Galileo.

Quando furono in mensa, la maestra si avvicinò al tavolo dove i bambini stavano mangiando e disse a Isacco:

– Mi dispiace, se vi ho deluso, ma il libro cambia argomento a ogni capitolo.-

Isacco sgranò gli occhi.
Galileo, hai parlato tu con la signorina Paola?”
“No, te lo giuro, non so come abbia fatto a sentirci…non abbiamo aperto bocca”

La maestra, ammiccando ai gemellini, si allontanò.

Quel pomeriggio a Galileo e Isacco furono assegnati posti vicini e, per volere della maestra Paola, alla scuola materna non vennero più divisi “per facilitare uno sviluppo autonomo delle personalità”.

Ma tu che dici, Isacco, credi che “lei” senta i nostri pensieri?”
“Non é possibile, nemmeno la mamma ci riesce!”

Venne l’ora di tornare a casa e, mentre i due gemelli raggiungevano il loro papà, udirono chiaramente la voce della signorina Paola nelle loro teste dire ” Sicuro che non sia possibile?”

7. DUE DENTI e AZZURRA

“Cascate del Niagara (2)”
John Henry Twachtman
Olio su tela 1893

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La storia del giorno: mercoledì 2 aprile

Mercoledì pioveva e Giovanni era andato a trovare Marina. Quando terminarono i compiti, la mamma si sedette sul tappeto con loro e si mise a raccontare.

La storia incominciò

Due Denti si svegliò improvvisamente nel silenzio più totale, uscì dalla sua bolla nanna e si accorse che l’orchestra aveva smesso di suonare. Allarmato, andò a controllare Verde. Il bimbo stava sbadigliando, stretto a Micio, intento a stiracchiarsi.

Non appena Due Denti li ebbe tirati fuori dalla loro bolla nanna, un’arpa iniziò il suo canto e i tre si infilarono nella grossa bolla blu che si era appena formata.

Con un sonoro plop, si ritrovarono immersi in una calda luce azzurrata, sulla riva di un laghetto e udirono il suono armonioso dell’acqua che scendeva in un arpeggio dalle rocce.
Tutto intorno, cadevano cascate dalle pareti scoscese, nascoste da un muro di gocce iridescenti, di cui non si vedeva la cima.

Micio si mise immediatamente a giocare con la schiuma, come fanno i gatti con i gomitoli di lana; mentre Due Denti studiava il modo di valicare la barriera di spruzzi, sentirono una risata cristallina…e videro una bambina blu arrivare, scivolando a tutta velocità, sull’acqua di una cascata.
In un attimo fu accanto a loro e iniziò a spruzzarli.
– Io sono Due Denti-fu il primo a presentarsi -, lui é Verde …
– …e tu ti chiami AZZURRA – proseguì, poiché la bimba li guardava sorridendo, senza parlare.

– Come si fa a salire? – le chiese quindi.

Azzurra si tuffò, immediatamente seguita da gli altri due.

– Vieni, micio!- e anche il gattino di nuvola si buttò in acqua, trascinato da Verde.

Arrivarono vicino all’altra sponda del laghetto e sentirono un piacevole calore provenire dal basso e…in un attimo furono sollevati da uno spruzzo, sempre più in alto, fino a che la bimba li spinse dove una cascata scendeva roboando.
Furono proiettati dallo scivolo d’acqua giù giù, fra le risate e gli spruzzi e riemersero grondanti vicino alla riva.

Micio si scrollò un po’ risentito, ma Verde lo strinse forte e lo baciò sul muso. Lo afferrò per la collottola e via, di nuovo verso il soffione che li innalzò per poi ridiscendere ancora fra gli schizzi.

Quando la stanchezza incominciò a farli barcollare, DUE DENTI prese Verde e Azzurra per mano e li trascinò fuori dalla bolla-avventura. Quindi spinse Verde con Micio in braccio nella sua bolla-nanna, ne cercò una libera per Azzurra, poi si impossessò della sua e finalmente crollarono a dormire.

Fu così che AZZURRA entrò a far parte degli SDENTATI.

3. ISACCO E GALILEO E LE STELLE DORATE

La Notte Stellata di Vincent Van Gogh

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La storia del giorno: domenica 30 marzo

Domenica pomeriggio, il papà tolse le rotelline alla bicicletta di Marina e le insegnò a pedalare come “un grande“. Marina era molto orgogliosa dei suoi progressi, ma, quando ormai pensava di aver imparato, cadde ingloriosamente. Si mise a piangere, più per la vanità ferita che per il dolore; allora il papà, dopo averla fatta rimontare in sella per un’ultima vittoriosa pedalata, l’abbracciò forte e, rientrando a casa, si mise a raccontare di Isacco e Galileo.

La storia cominciò

Un giorno, alla scuola materna, la maestra aveva letto ai bambini la storia della SIGNORA CORRY, ( crf. MARY POPPINS di P.L. Travers volume 1) e Isacco e Galileo erano rimasti entusiasti nello scoprire che a Londra c’era una piccola pasticceria la cui proprietaria di giorno vendeva biscotti di pan pepato, “ogni pezzo cosparso di stelle dorate così fitte che lo stesso negozio sembrava illuminarsi lievemente al loro bagliore”, e di notte, munita di colla e di scala, andava ad appendere le stelle avanzate dai dolci mangiati, in cielo.

Purtroppo nella loro città non esisteva niente di simile, però quel sabato, quando Isacco e Galileo andarono al supermercato con il papà, videro sullo scaffale alcune confezioni di biscotti in promozione con una bustina di stelle dorate in omaggio.
Galileo, lesto, ne prese due sacchetti e li infilò nel mezzo del carrello, senza farsi vedere, e strizzò l’occhio, birichino, al fratello.
Il problema, a questo punto, era procurarsi la colla, ma Isacco, nel reparto cartoleria, riuscì a infilare assieme alla spesa, uno stick.
Alla cassa il papà pagò, senza accorgersi degli acquisti contrabbandati dai suoi figli.
Con la mamma a casa, fu molto più difficile far sparire il maltolto dai sacchetti e nasconderlo nella loro cameretta.

Il tempo rimase piovoso per tutta la settimana, i biscotti a poco a poco furono mangiati di notte dai due gemellini, mentre spiavano il cielo sempre buio e senza luna.

Finalmente la pioggia finì, venne la notte luminosa e stellata e Galileo decise di uscire e appendere le stelle in offerta con i biscotti.
Isacco, che aveva ascoltato attentamente la storia della SIGNORA CORRY, sapeva che bisognava andare “dove non c’erano case, ma solo erba e trifoglio” (crf. MARY POPPINS di P.L. Travers volume 1) e cercò di dissuadere il fratello.

” Di che cosa ti preoccupi, Isacco, qui la campagna é vicina”
” Ma se papà e mamma si accorgono che siamo scomparsi, moriranno di preoccupazione!”
“Vorrà dire che tu resterai qui a tranquillizzarli”
” Poi non hai la scala”
” Mi arrampicherò sugli alberi”
“Non sappiamo nemmeno se le stelle dei biscotti sono quelle giuste! Facciamo prima un esperimento, che ne pensi?”
“Andiamo sul terrazzo del tetto, dove la mamma va a stendere i panni d’estate, io so dove tiene le chiavi: il cielo lì si può toccare, ci sono i vasi di erba e trifoglio e non si vedono case perché sono tutte giù in basso.”

I due gemellini si misero le calze per non fare rumore e, armati di colla e stelle, partirono in spedizione.
All’inizio fu un disastro, poi compresero che il problema era lo stick. Così Isacco tornò in casa e trovò nello studio di papà un vasetto giallo provvisto di colla liquida e pennello.

Sprecarono un sacchetto di stelle, ma, finalmente, la prima si attaccò e scivolò verso l’alto, dove si mise a “brillare furiosamente spargendo raggi di scintillante luce dorata” (crf. MARY POPPINS di P.L. Travers volume 1).

Dopo che tutto il sacchetto rimase vuoto, Isacco e Galileo, soddisfatti, si stesero a guardare il cielo, che apparve ancora più scintillante, con le loro stelle che luccicavano come le palle luminose di un albero di Natale.