La Notte Stellata di Vincent Van Gogh
La storia del giorno: venerdì 4 aprile
Finalmente era venerdì e Marina attendeva con ansia che la mamma andasse a teatro per potere passare la serata con papà. Quando fu ora di dormire, senza nemmeno farsi pregare, il suo papà, dopo averle rimboccato le coperte, si mise ancora una volta a raccontare di Isacco e Galileo.
La storia cominciò
Isacco e Galileo si sentivano molto soddisfatti per essere riusciti ad appendere le stelle e non vedevano l’ora che scendesse nuovamente la sera per potere ammirare il loro operato. Così, appena la mamma li mandò a dormire, corsero nella loro cameretta e si misero alla finestra per guardare il cielo che stava imbrunendo.
A poco a poco iniziarono a brillare mille lucine e, mentre i due gemellini stavano cercando di riconoscere le “loro” stelle, videro che da un punto della volta celeste, inesorabilmente, ad uno ad uno, gli astri luminosi si staccavano e cadevano, lasciando dietro di sé una scia, che, dopo alcuni istanti, scompariva.
Compresero immediatamente che a svanire erano proprio le stelle che avevano attaccato loro, la notte precedente e rimasero impotenti a guardare fino a quando scomparve anche l’ultima.
Sconsolati, andarono a letto.
Il giorno dopo, la maestra Paola riprese il libro di “MARY POPPINS” e ne lesse un nuovo capitolo.
“É bella questa storia, ma quella della SIGNORA CORRY era meravigliosa” pensò Isacco
” Speravo proprio che continuasse, spiegando se poi erano cadute anche le loro stelle”
” Invece racconta una nuova avventura” concluse Galileo.
Quando furono in mensa, la maestra si avvicinò al tavolo dove i bambini stavano mangiando e disse a Isacco:
– Mi dispiace, se vi ho deluso, ma il libro cambia argomento a ogni capitolo.-
Isacco sgranò gli occhi.
“Galileo, hai parlato tu con la signorina Paola?”
“No, te lo giuro, non so come abbia fatto a sentirci…non abbiamo aperto bocca”
La maestra, ammiccando ai gemellini, si allontanò.
Quel pomeriggio a Galileo e Isacco furono assegnati posti vicini e, per volere della maestra Paola, alla scuola materna non vennero più divisi “per facilitare uno sviluppo autonomo delle personalità”.
“Ma tu che dici, Isacco, credi che “lei” senta i nostri pensieri?”
“Non é possibile, nemmeno la mamma ci riesce!”
Venne l’ora di tornare a casa e, mentre i due gemelli raggiungevano il loro papà, udirono chiaramente la voce della signorina Paola nelle loro teste dire ” Sicuro che non sia possibile?”