12. GALILEO E ISACCO e Gaia

Gustav Klimt: Apfelbaum I (Melo I) – ca 1912.
Olio su tela 110 x 110 cm.
Collezione privata.

IMG_1430.JPG

La storia del giorno: giovedì 6 novembre.

Isacco e Galileo erano tornati dal mare e avevano ripreso a frequentare la scuola materna, dove scoprirono essere arrivata una nuova direttrice, la dottoressa Aceto.
Dopo alcune settimane la dottoressa convocò le insegnanti e il giorno seguente Isacco e Galileo furono divisi per la seconda volta, per facilitare uno “sviluppo autonomo delle loro personalità“.

Galileo capitò nel banco vicino a Gaia, una bimba che portava enormi occhiali arancio, disegnava benissimo e non rideva mai.

– Perché non dipingi un bel cielo, di notte? – le domandò.

– Ah, tu sei uno dei gemelli fissati con le stelle! –

Isacco, pensi che Gaia sia triste per via degli occhiali?” Comunicò al fratello, preoccupato dalla reazione della bambina.

“Magari non ha voglia di parlare” gli arrivò chiara la risposta del gemello.

Galileo continuò:

– Tu non hai fratelli?-
– Mi piace stare da sola –
– Allora vorresti andare sulla luna?-

Gaia sbuffò, ma il bambino non si arrese.

– Io ci sono stato sulla luna, però era un disegno, nemmeno troppo bello, perché io non sono bravo come te –

La bambina non alzò nemmeno gli occhi dal foglio e non gli rispose.

Il giorno dopo, si ritrovarono ancora vicini di banco.

– Perché non dipingi fiori di blu – suggerì Galileo a Gaia, sporgendosi a guardare il prato fiorito sul quaderno della bambina.

– Guarda che esistono tantissimi colori oltre il blu e il giallo – rispose indispettita puntando il dito sugli unici due pastelli sul banco del gemellino.

“Isacco, io sto provando a farla sorridere, ma non riesco proprio. Saranno gli occhiali troppo grossi che le danno fastidio?”

” Forse non vuole che tu le parli” poi il gemello gli propose: “Prova a portarla sull’altalena”

Così, appena uscirono in cortile, Galileo prese Gaia per mano e la fece salire sull’altalena.

– Stai tranquilla – le disse – ti spingerò io –
– Se vuoi ti farò andare in alto – continuò, reso audace dal silenzio di Gaia -Tu chiudi gli occhi e ti sembrerà di volare! –

– Io non voglio volare, voglio dondolare.- lo corresse.

– Se vuoi ti tengo io gli occhiali, così non avrai paura di perderli! –

Non penso che siano gli occhiali il suo problema” Isacco raggiunse i due bambini:
– Vieni Galileo, forse Gaia vuole stare sull’altalena da sola! – e, dopo avere rivolto un sorriso alla bambina, trascinò il fratello verso un gruppo di alunni, intenti a costruire un’astronave.

Il giorno seguente Gaia scelse di andarsi a sedere nel banco vicino a Galileo, che, tanto per cambiare, stava disegnando un mare di stelle.

– Prova con questo – gli disse, porgendogli un pastello del medesimo arancione dei suoi occhiali.

Poi lo guardò riempire il foglio di macchie colorate e si spostò più vicina.

– Ti aiuto – continuò e si mise a dipingere assieme a lui.

Stupito il bambino comunicò al gemello:
“Isacco, Gaia è venuta a cercarmi e mi sta insegnando a disegnare!”

Quando gli altri bambini corsero fuori dall’aula, loro non se ne accorsero nemmeno, tanto erano presi dal proprio lavoro.

Galileo stava fissando carta intensamente e…tutto intorno a lui divenne colore. Con curiosità e un pizzico di angoscia si rese conto di essere finito ancora una volta nel suo disegno. Immediatamente vide Gaia accanto a sé che si guardava intorno felice.

– Che bello qui! – gli disse e continuò a usare i suoi pastelli in modo frenetico, interrompendosi solo per aggiustare gli occhiali sul naso.
Quando ebbe finito, la bambina si spinse a curiosare in ogni angolo, mentre la sua bocca si apriva in un sorriso sempre più ampio:

– Ti piace? – gli chiese – Guarda quante sfumature …- E poi sospirò soddisfatta, a corto di parole.

Galileo corse con lei ad esplorare tutto intorno: – Grazie: il tuo cielo di prato e di fiori è bellissimo … – Si fermò : – Però adesso dobbiamo tornare, prima che ci cerchino – le ricordò.

Con il pastello blu segnò i contorni… e furono di nuovo in aula, dove li attendeva Isacco, che, sorridendo disse:

– Sai Gaia, mi piacciono proprio tanto i tuoi occhiali!- e tutti e tre si unirono ai giochi degli altri bambini.

Immagine tratta dal sito:
http://www.artdreamguide.com/_arti/klimt/_opus/518.htm

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2 pensieri su “12. GALILEO E ISACCO e Gaia

  1. maurizio ha detto:

    hai mantenuto negli anni quella fantasia inaspettata e quasi improvvisa, che ti sa portare repentinamente ma dolcemente in una sorta di mondo parallelo: ed è bello sicuramente per i bambini, ma anche per gli adulti come me che ne hanno bisogno

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