Mercurio passa davanti al sole
(G. Balla – 1914)
La storia del giorno: mercoledì 10 settembre.
Dedicato a tutte le mamme ( soprattutto di maschi) per il primo giorno di scuola.
La storia cominciò.
Si avvicinava il Primo giorno di scuola di Chicco.
Papà Enrico ogni tanto lo guardava di nascosto e sospirava, mentre la mamma, una volta al mattino e una alla sera, controllava la lista degli acquisti per la scuola, annuendo soddisfatta quando arrivava in fondo.
Chicco cercava di restare in cortile a giocare il più possibile.
Venne inesorabile il gran giorno e arrivò il nonno Francesco. Si presentò quel pomeriggio e tutto il resto sbiadì.
– Ora hai l’età giusta – gli disse il nonno, dopo averlo preso da parte; gli mise in mano una scatolina bianca e aggiunse: – Deve restare un segreto fra me e te e papà Enrico.-
Con gli occhi lucidi per la curiosità, Chicco alzò il coperchio: sotto a uno strato di cotone era adagiata una strana chiavetta dorata.
Tornò a guardare il nonno:
– Grazie, è bella, ma a che cosa serve? –
– Lo capirai da solo, come abbiamo fatto io e poi tuo padre prima di te. Ora nascondila e portala sempre con te –
Dopo quattro giorni, Chicco non aveva ancora risolto il mistero del “regalo”del nonno, in compenso la scuola si era rivelata più complicata del previsto, grazie anche alle ansie della mamma.
Così quel pomeriggio, il bambino era in cerca di un nascondiglio in cui rifugiarsi per sottrarsi alle infinite raccomandazioni della mamma.
Perfettamente incastrato in una nicchia del corridoio c’era un magnifico pendolo che non aveva mai funzionato: era alto quasi fino al soffitto e dal vetro si intravedeva un complicato e affascinante meccanismo.
Chicco estrasse la chiavetta che portava sempre con sé e si accorse che la sua forma coincideva con un intarsio nell’anta dell’orologio; la infilò e la porta si aprì.
Dentro era molto più spazioso di quanto si aspettasse: aveva trovato il nascondiglio perfetto.
Si accoccolò dietro alle canne del pendolo.
Pensò al suo papà che era stato misterioso come il nonno sulla chiave: e in quel momento si sentì chiamare. Decise di sgattaiolare fuori in fretta, per non svelare alla mamma il suo nuovo rifugio, ma andò a sbattere contro a un tavolo che prima non c’era.
– Chicco ! –
Si aprì una porta e entrò una signora che assomigliava tantissimo alla nonna Carla, ma molto più giovane e con una strana pettinatura, che gli disse:
– Chicco, dove ti eri cacciato? Devi terminare il disegno per la scuola! –
E lo fece sedere davanti a un quaderno con uno schizzo appena abbozzato, mentre sul tavolo erano sparsi in confusione pastelli, gomma e matita.
– Adesso non ti alzi fino a quando non avrai finito!-
Chicco era frastornato, ma, ubbidiente, si mise all’opera: quella nuova versione della nonna lo intimoriva non poco.
A lui piaceva disegnare e in breve tempo terminò il suo lavoro.
La nonna lo guardò meravigliata:
– Ma è davvero bello, e non hai fatto cadere nemmeno un pastello, non c”è una sbavatura! Se non ti avessi visto con i miei occhi non ci crederei!-
Fu in quel momento che Chicco si guardò e non riconobbe i suoi vestiti e nemmeno le sue gambe e i suoi piedi. Cercò uno specchio in quella casa, e quando si vide riflesso, non si trovò davanti alla sua faccia e …un ricordo prese consistenza: era identico alle foto di papà Enrico alla sua età.
Spaventato corse a rifugiarsi nel pendolo. Respirò profondamente e uscì: il tavolo era scomparso e in corridoio incontrò papà che lo scrutò attentamente.
– Papà, quando eri piccolo, come disegnavi? –
Enrico esalò un gran sospiro, gli scompigliò i capelli e disse:
– Un vero disastro – e gli strizzò un occhio.