William Turner : Landscape with Water – 1840-5
Olio su tela: 121,9 x 182,2 cm.
Tate, Londra.
La storia del giorno: giovedì 23 marzo.
La storia cominciò.
La zia Lori – colta in fragrante dai due gemelli mentre investigava sul loro misterioso viaggio oltreoceano, compiuto durante una bufera di neve – si ritrovò assieme a Galileo e Isacco immersa nella nebbia più fitta, anche se i suoi piedi erano ancora ben piantati sul fondo del valigione bianco.
Il rumore ovattato della risacca raggiunse i due gemelli che compresero subito di essere tornati sull’Isola dei pirati.
– Che cosa è tutto questo fumo? – esclamò la zia Lori, stringendosi la borsetta al petto – Deve essere scoppiato un incendio in cucina…-
– Zia, è nebbia – cercò di farle intendere Galileo – non c’è nessun incendio!-
In quell’ istante la nebbia si alzò, comparve la luna piena in cielo e la sua scia illuminò una nave che solcava il mare, diretta verso la spiaggia.
– Presto, venite! – ingiunse Galileo, mentre già correva sulla sabbia.
Isacco, dopo avere nascosto la valigia dietro a un cespuglio, lo seguì trascinando dietro di sé un’attonita e recalcitrante zia Lori, per una volta rimasta senza parole.
Ansanti, si appiattirono dietro a una duna a osservare le scialuppe cariche di pirati che si stavano riversando sul bagnasciuga.
La zia Lori si chinò a sussurrare all’orecchio di Isacco:
– Dobbiamo rubare una barca e scappare! Senti come puzzano quegli uomini, senza contare il modo inappropriato in cui sono vestiti. –
– Sta’ giù zia, non farti vedere…quelli sono pirati –
-Pirati, qui? – la zia si ripulì affannosamente gli occhiali e sospirò.
– Ho capito: ho mangiato troppo, mi sono addormentata e questo è un incubo – e così mormorando, aprì la borsa che ancora stringeva al petto ed estrasse i suoi inseparabili ferri da maglia.
– Ragazzi, non temete, combatterò quegli omaccioni e vi porterò in salvo! –
Galileo atterrò la zia con un placcaggio perfetto, impedendole ogni movimento.
– Sta’ ferma, aspettiamo nascosti, fino a quando anche l’ultimo di loro non raggiungerà il villaggio. –
– Allora io ruberò una scialuppa e remerò fino a portarvi in salvo – continuò la zia, brandendo i ferri come se fossero una spada, rischiando di accecare Galileo.
– Non vuoi andare a visitare il covo dei Pirati? – le domandò il ragazzino – chissà quando ti capiterà un’altra occasione per esplorarne uno…-
“Che cosa ti salta in mente?”sibilò Isacco al gemello, ma Galileo si era già diretto verso il villaggio sulla scia dei pirati.
In un attimo il bambino si intrufolò sotto a una tenda in cui erano esposte le mercanzie più strane e meravigliose, frugandosi nelle tasche in cerca di qualcosa da scambiare per uno di quegli incredibili oggetti.
“Dove ti sei cacciato?” lo raggiunse il disperato appello di Isacco, proprio nel momento in cui il faccione incredulo della zia Lori spuntava nel tendone.
Galileo li trascinò in un angolo.
– Guardate che bella bussola – sussurrò, mentre estraeva le sue biglie trasparenti per tentare di barattarle con l’oggetto desiderato.
Il padrone di tutto quel ben di Dio si avvicinò loro e la zia Lori cercò di nascondere un moto di disgusto.
Galileo allungò le sue preziose palline di vetro verso il negoziante che, dopo averle osservate a lungo, scosse il capo.
La zia Lori non perse tempo e aprì la sua borsetta.
Galileo si sporse alla ricerca di un oggetto che soddisfacesse il venditore, mentre Isacco si precipitò per evitare che la zia, armata dei suoi ferri da maglia, tentasse una rapina.
– Gli occhiali qui vanno alla grande – suggerì a voce bassissima Isacco, memore della passata esperienza.
Come un incallito giocatore di poker, la zia Lori depose sul banco le sue lunette da lettura, si impossessò della bussola, girò le spalle e trascinò con sé i due gemelli, avviandosi con passo svelto verso la spiaggia.
In un attimo raggiunsero il cespuglio dietro al quale Isacco aveva nascosto il valigione bianco, controllarono che nessuno li avesse seguiti.
Ormai era buio e le stelle brillavano luminose in cielo.
– Ecco – disse la zia Lori, consegnando la bussola ai gemelli – Adesso riportatemi indietro –
Isacco e Galileo la abbracciarono stretti e le dissero: – Sei davvero grande zia. Ora entra nella valigia e chiudi gli occhi. –
– Vogliamo tornare a casa!- ordinò Galileo, tenendo per mano Isacco … e si ritrovarono tutti e tre nello sgabuzzino.
La zia Lori si diresse a passo deciso verso la cucina, aprì la porta e disse a Celeste e Niccolò:
– Grazie per il pranzo, ma adesso devo proprio andare – I genitori dei gemelli la guardarono sbigottiti – Ho mangiato più del dovuto ed è meglio che torni a casa – Quindi abbracciò il fratello e la cognata sempre più stupiti dal suo comportamento e proseguì – Date un bacio ai bimbi da parte mia, sono proprio due ragazzini in gamba! – e, afferrato lo zio Pio, uscì di casa.
– Che cosa hai messo nella torta? – domandò Niccolò alla moglie – Ti rendi conto che per una volta mia sorella ha ringraziato,ci ha abbracciato, ha riconosciuto di essersi abbuffata e ha fatto un commento positivo sui gemelli? –
– E’ forte la zia – commentò a quel punto Galileo, arrivato di corsa.
Celeste si lasciò cadere su una sedia.
Immagine tratta dal sito: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Joseph_Mallord_William_Turner_-_Landscape_with_Water_-_Google_Art_Project.jpg