2. PLUF e la lunga estate calda.

“The Road”Maurice De Vlaminck – 1926

La storia dl giorno: martedì 18 agosto.

Pluf nacque in una notte nuvolosa: emise il suo primo vagito e fuori iniziò a scendere una pioggerella sottile, che si interruppe quasi immediatamente, non appena la mamma lo prese in braccio.
Fu chiamato Pluf.

I suoi genitori ben presto si accorsero che ogni volta che Pluf piangeva, dopo poco le gocce cadevano dal cielo, mentre i suoi capricci scatenavano veri e propri temporali.

Per fortuna Pluf era un bambino tranquillo e molto accomodante.

Un bel giorno la mamma andò in ospedale e tornò con una nuova sorellina: Pluf l’adorò da subito. La chiamarono Ortica.

Ortica aveva incominciato a camminare e seguiva Pluf ovunque andasse.

La bambina aveva scoperto che Il fratello era bravissimo a imitare i versi degli animali.
– Pluf, fai il cane!-
E il maschietto abbaiava.
– Pluf, il gatto!-
E il fratello miagolava.
– l’asino!-
E Pluf ragliava.
Il gioco terminava sempre con il cavallo: Pluf nitriva, si caricava Ortica sulle spalle e la riportava al galoppo dalla mamma.

Quell’estate il caldo non dava tregua.

– Pluf, ho sete! – chiamò la bambina e il fratello arrivò con un bicchiere colmo d’acqua.
Soddisfatta dopo aver bevuto, Ortica iniziò il suo gioco preferito:

– Pluf, fai il cane!-
E il maschietto abbaiò.
– Pluf, il gatto!-
E il fratello miagolò.
– l’asino!-
E Pluf ragliò.

Quando il bambino aveva quasi esaurito la pazienza, finalmente la sorella esclamò:
– il cavallo!-

Pluf nitrì, si caricò Ortica sulle spalle e iniziò a galoppare, molto lentamente perché il caldo gli aveva fatto evaporare tutte le forze.

– Più veloce! – squittì la bambina.
Il fratello rallentò ulteriormente, asciugandosi la fronte sudata con il braccio.

– Più veloce! – insistette Ortica, afferrandolo per i capelli.
Il bambino nitrì e sospirò, chiamando a raccolta tutta la sua pazienza, ormai al limite, ma Pluf sapeva per certo che NON doveva mai alterarsi, per evitare l’effetto devastante delle sue arrabbiature.

Peccato che quella fosse l’estate più calda, anche a memoria della mamma. Peccato che Pluf odiasse sudare. Peccato che Ortica non avesse mai assistito a un capriccio di suo fratello.

– Più forte, hop, hop- strillò ancora la bambina.

Pluf si arrestò, detergendosi grosse gocce di sudore, mentre fuori iniziava a cadere una leggera pioggia.

– Non fermarti! – ordinò Ortica.

Il cielo incominciò a ribollire di nuvoloni sempre più neri.

– Forza, scendi, da brava!- Pluf cercò di controllare la sua esasperazione, ma la bimba iniziò a scalciare e a divincolarsi.
I lampi si misero a saettare rumorosi.

Arrivò la mamma di corsa, ma ormai era troppo tardi.

– Adesso basta! – esclamò il bambino e un tuono esplose fragoroso.

Ortica scoppiò a piangere.

– Smettila! – le ordinò Pluf, sempre più paonazzo.

La pioggia scrosciava fitta fitta e presto iniziarono a cadere grossi chicchi di grandine.
La mamma abbracciò forte Pluf:- Calmati, per favore!- e rivolgendosi a Ortica : – e tu, non fare i capricci! –

Ortica, stupita, spalancò gli occhi, chiuse la bocca e finalmente si zittì.

Pluf trasse dei grossi respiri e la grandine cessò.

Dalle finestre, ancora aperte, entrò una piacevole brezza.
La pioggia tamburellava lieve e la mamma strizzò un occhio ai suoi bambini: – Venite ho preparato la merenda!-

Quando arrivò il papà, bagnato fradicio, esclamò :- Finalmente un bel temporale ha rinfrescato l’aria: l’afa è sparita e la grandine è durata pochissimo, senza causare alcun danno!-

Poi, osservando le espressioni un po’ colpevoli della sua famiglia, si avvicinò a Pluf che teneva gli occhi bassi, gli diede una pacca sulla spalla e gli disse:- Ben fatto, ragazzo!-

Immagine tratta dal sito: http://en.wahooart.com/@@/6WHLEC-Maurice-De-Vlaminck-The-Road

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