Maurice de Vlaminck (1876-1958) : Arbres à la maison bleue – 1906
Oil on canvas : 21½ x 25¾ in. (54.5 x 65.5 cm.)
La storia del giorno: martedì 3 marzo.
La storia cominciò.
Romeo era appena rincasato da scuola e trovò la sua sorellina intenta a sfogliare un libro di animali. Si sedette accanto a lei e distrattamente le disse:
– Sai, tornando, sono passato vicino alla casa di Queen e ho notato un gran trambusto –
La bambina gli si accoccolò in braccio.
– Pensi sia successo qualcosa?-
– Credo che sia il suo compleanno e che abbia invitato le sue compagne per una festa!-
– Tu dici che Queen ha tante amiche?-
– A giudicare dalle persone che ho visto arrivare sembrerebbe proprio di sì.-
– Che strano, ogni volta che la incontro è sempre da sola con la sua Tata.-
– Sai, tornando, sono passato vicino alla casa di Queen e ho notato un gran trambusto –
La bambina gli si accoccolò in braccio.
– Pensi sia successo qualcosa?-
– Credo che sia il suo compleanno e che abbia invitato le sue compagne per una festa!-
– Tu dici che Queen ha tante amiche?-
– A giudicare dalle persone che ho visto arrivare sembrerebbe proprio di sì.-
– Che strano, ogni volta che la incontro è sempre da sola con la sua Tata.-
Aria guardò il fratello. In quel periodo si era preoccupata per lui: spesso lo aveva sorpreso intento a osservare il cielo e sospirare. Così, la bambina aggiunse entusiasta:
– Perché non vai a controllare?-
– Come posso fare? È inverno: le finestre sono chiuse, le rondini sono migrate lontano; dalla notte di Natale anche la gazza è scomparsa, le rane e le lucertole non si vedono più…- Romeo sospirò.
– Rimangono i passerotti: vengono sempre a mangiare le briciole che lascio per loro in giardino. ..potrai osservare dai vetri che cosa sta succedendo, che ne pensi? – e gli strizzò un occhio.
– Si può fare – Romeo sorrise.
I due bambini si infilarono i cappotti e uscirono in cortile.
Aria si avvicinò a un passerotto che si posò sulla sua mano e si mise a beccare la mollica che la bambina aveva portato per lui.
– È pronto, puoi provare!- annunciò poco dopo Aria al fratello.
– Ci hai parlato?-
– Certo, così non si spaventerà quando lo userai per raggiungere il giardino della villa-
Romeo si concentrò, sentì il gran botto e si trovò appollaiato fra le dita di sua sorella. Spiccò il volo, sfiorandole il volto con una carezza, quindi si diresse sicuro verso la casa di Queen.
La bambina dai capelli lunghi era seduta davanti a un tavolo ricolmo di pacchetti, attorniata da una folla di fanciulle schiamazzanti.
– Apri il mio adesso!-
– Oh, fammi vedere? –
– Bellissimo!-
– Grazie!-
– Leggi il biglietto!-
Queen scartava, ammirava e ringraziava.
Romeo, appollaiato sul davanzale della finestra, osservava senza che il passerotto venisse notato. Nella stanza entrò una signora elegante.
– Tesoro – disse rivolta alla festeggiata – è ora di tagliare la torta –
Le ragazzine squittirono e a Romeo venne da sbuffare, con il risultato che gli si arruffarono le penne. Fu proprio in quell’istante che Queen si voltò e lo vide.
– Queen, tesoro, su, devi ancora aprire il mio regalo per te! – la richiamò sua mamma, allungandole una grosso pacco da cui provenivano strani rumori.
Queen per un attimo perse lo sguardo annoiato di sempre e sciolse il fiocco: comparve una gabbia in cui un grasso criceto dondolava sulla ruota.
– Tesoro, desideravi tanto un animaletto tutto tuo e…ecco qua! –
La ragazzina dai capelli lunghi disse: – Grazie mamma, adesso possiamo mangiare la torta? –
Romeo, al di là del vetro, la vide allontanarsi seguita dalle amiche e stava già per andarsene, quando si accorse che Queen era ritornata da sola nella stanza, aveva afferrato la gabbietta ed era corsa via.
Il passerotto volò da una finestra all’altra , fino a ritrovare la festeggiata nella sua cameretta.
Era inginocchiata vicino alla gabbia che aveva appoggiato sulla sua scrivania.
– Sai, avrei tanto voluto un cane: alla mamma avevo chiesto di regalarmi un cucciolo, ma sei arrivato tu – stava dicendo al criceto che, imperterrito, continuava a fare girare la sua ruota – Ho deciso che ti vorrò bene lo stesso, ma tu sarai il mio cagnolino, anzi, sai com’è ti chiamerai? –
Il topolino non le rivolse nemmeno uno sguardo, al contrario di Romeo che non le toglieva gli occhi di dosso per cogliere le sue parole dal movimento delle labbra.
– Ho deciso che ti chiamerai DOG – disse e corse a raggiungere le amiche.
Romeo ormai aveva visto abbastanza, così tornò a casa da Aria.
Immagine tratta dal sito: http://artist.christies.com/Maurice-de-Vlaminck–54744.aspx