2. GALILEO E ISACCO ALLA SCUOLA MATERNA

Oggetto: La storia del giorno: venerdì 21

Era venerdì sera e la mamma di Marina era andata a teatro.
Rimasti soli, papà e figlia si stravaccarono sul divano per guardare la TV.
Poi, decisero di occupare il lettone e, poiché Marina non riusciva ad addormentarsi, il papà si mise a raccontare:

La storia cominciò

Venerdì fu il giorno in cui i due gemellini vennero portati per la prima volta all’asilo.

Gli altri bambini li accolsero con curiosità e, al contrario dei grandi, impararono immediatamente a distinguerne uno dall’altro.

Galileo chiese un gessetto blu per dipingere il cielo e Isacco uno giallo per disegnare le stelle.

Le insegnanti, a questo punto, vollero dividerli per facilitare uno “sviluppo autonomo delle personalità“. I due bambini accettarono di buon grado, forti del loro segreto.

Era una bella giornata di sole e al pomeriggio furono accompagnati in cortile. C’erano scivoli, giostrine e altalene.

Isacco salì immediatamente sull’altalena, proiettato, con gli occhi spalancati, a raggiungere le nubi.

Intanto Galileo era stato trascinato su una giostrina, di quelle rotonde che girano e girano..
” Isacco, dove sei?”
“Sull’altalena, sapessi , ė bellissimo… ti sembra che con la prossima spinta potrai raggiungere il cielo”
“Beato te, io sono seduto su un insulso seggiolino fino alla nausea… Guarda che adesso me ne vado, non spaventarti”

“Dove vai? Sei pazzo?”
“Non ce la faccio proprio più”

Galileo saltò giù dal sedile mentre ancora stava ruotando e si guardò intorno, in cerca di un rifugio sicuro.
Scorse, nascosta, una cuccia abbandonata e, senza farsi vedere, sgattaiolò fino a raggiungere l’abitazione lasciata vuota dal cane. Si rannicchiò, mandò un messaggio al suo gemellino per informarlo e si mise a dormire e a sognare delle stelle.

Dopo poco, alla scuola materna successe un putiferio: le maestre ansiose iniziarono a cercare il gemellino in ogni dove.
Isacco le guardava impassibile, fino a quando venne l’ora di tornare a casa e con essa giunse il papà. Allora gli corse incontro, assieme alle signorine impacciate che non sapevano come spiegare a quel padre come già al primo giorno avevano perso il suo bambino.

“Galileo, presto, é arrivato papà”
“Vengo subito

Le insegnanti tentarono di guadagnare tempo raccontando la giornata dei gemellini e, mentre ancora cercavano il modo per informare il padre ignaro della scomparsa di uno di loro, Galileo spuntò dal nulla e andò ad abbracciare le gambe del papà. Poi, preso per mano anche Isacco, si avviarono tutti e tre verso casa.

1. ISACCO E GALILEO

La storia del giorno: mercoledì 12 marzo

Mercoledì sera, quando Marina stava per andare a letto, improvvisamente mancò la luce in tutte le case. Marina si mise a piangere, allora il suo papà la prese in braccio, la accompagnò in camera e, tenendola stretta,iniziò a parlarle con il suo vocione rassicurante.

La storia cominciò

Galileo e Isacco erano due gemellini : dormivano di giorno e stavano svegli la notte perchè amavano le stelle. Erano nati alla fine dell’estate e i loro genitori proprio non capivano perchè tutte le sere, quando il cielo imbruniva, spalancassero i loro occhioni e iniziassero a muovere braccine e piedini in un ritmo sfrenato.

Il papà e la mamma tentarono in tutti i modi di fare cambiare le loro abitudini, ma quando fu il primo compleanno, rassegnati, festeggiarono in giardino al chiaro della luna.

Ben presto, Galileo e Isacco scoprirono con stupore che gli altri bambini dovevano parlare per comunicare, mentre per loro bastava indirizzare il pensiero per capirsi.
Iniziarono i primi esperimenti, quasi per caso.

Isacco aveva il raffreddore ed era rimasto a casa, mentre Galileo era andato a passeggio con la zia.
Al solito, camminava con il naso all’insù e vide nel cielo una luna bianca e pallida fare capolino. La indicò alla zia che si limitò a dirgli:
– Galileo, guarda dove metti i piedi, finirai per inciampare!-
Allora il gemellino pensò: Se ci fosse qui Isacco, magari lui capirebbe cosa ci fa la luna adesso e perché é così smorta…

Avrá il raffreddore anche lei e sicuramente non riesce a dormire…sapessi come mi cola il naso…- si sentì rispondere dalla voce del fratello.

Nonostante cercasse intorno a sé, di Isacco non c’era traccia.
Tornato a casa, corse in camera dal gemello ammalato e lo trovò seduto nel lettino mentre la mamma gli dava lo sciroppo.
– Davvero hai visto la luna? – gli domandò
– Allora mi hai sentito, anche se eravamo lontani?-
– Certamente, ma non sono riuscito a guardare con i tuoi occhi-
– Chissà se questa sera la luna sarà ancora in cielo?-

Quando venne ora di dormire, Galileo corse alla finestra, ma era tutto buio e nemmeno uno stella illuminava la notte. Così anche i due fratellini spensero la luce e si abbandonarono al sonno.